La Federica, azienda agricola situata nella frazione Merella di Novi Ligure, ha una storia che si perde nel passato remoto, tanto che l’origine del suo nome non è noto. Qualcuno lo fa risalire addirittura a Federico Barbarossa, noto frequentatore della piana alessandrina nel XII secolo ai tempi di Baudolino. E’ un’ipotesi piuttosto presuntuosa, anche se la presenza della Federica nel catasto del agrimensore Benedetto Zanobrino redatto nel 1691, con una pianta che non è molto differente dall’attuale, fa comprendere che si tratta di un insediamento molto antico, probabilmente già presente nel XV secolo. (…)

Nel XIX secolo la Federica fu della importante famiglia genovese dei Negrotto Cambiaso, la cui proprietà si estendeva per circa 400 ettari, comprendendo la cascina Polidora ed oltre la località Merella.

La presenza dei Negrotto Cambiaso è testimoniata nella Cappella in fondo al viale di accesso, sotto la torre che emerge tra le cime dei cedri. Al centro della Cappella si trova la lapide con lo stemma dei Negrotto Cambiaso, il leone e due cani protesi sulla scala, a ricordo dei legami che i Cambiaso avevano con gli Scaligeri di Verona. Ai lati le tombe dei proprietari che vissero nell’800 alla Federica, coltivando non solo frumento (grano), orzo, patate, foraggio, ceci e fagioli, ma anche vigne che, raccontavano i vecchi, producevano non solo vino ma anche uva da tavola.

L’eredità dei Negrotto Cambiaso è importante pochè ebbero molta cura per la cascina, di cui estesero in modo funzionale ed elegante l’antica costruzione, conservando, tuttavia, l’impianto a corte chiusa, tipica delle cascine della zona. Essi raddoppiarono la manica dell’edificio principale, realizzando una cantina molto ampia attiva sino alla metà del XX secolo. Se si osserva con attenzione la costruzione è facile vedere che oltre a pilastri in mattoni, buona parte delle pareti sono in terra, un modo di costruire tipico dela Frascheta da Novi a Lobbi diffuso fino agli anni ’50.

E ne ho già parlato in un post proprio qui:

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https://www.storiediterritori.com/2018/07/24/le-case-in-terra-battuta-o-terra-cruda/

Unica eccezione la torre, che dall’alto della sua vecchiezza, è realizzata in mattoni e chiavi in ferro; sul fronte a sud si intravede un ormai flebile meridiana. Questa eredità è stata raccolta da Agostino Gambarotta. Che acquistò la proprietà nel 1905 dagli eredi Negrotto Cambiaso, e da suo figlio Giancarlo, personalità indimenticabili anche per l’affezione e l’impegno nel miglioramento della proprietà. I nipoti, attuali proprietari, hanno raccolto questa passione di conservare il verde in una zona che un tempo fu ricca di gelsi, le piante dei bachi, o dei bigatti, i produttori di seta su cui si basava buona parte dell’economia novese nel XVIII e XIX secolo.

Sino agli anni ’60 nella cascina vivevano diverse famiglie che lavoravano la terra, la dura vita dei campi iniziava assai presto la mattina e finiva al tramonto. In settembre iniziavano le arature per preparare le semine del grano. (…)

Nel 1928, con la realizzazione del consorzio irriguo Merella su iniziativa dei soci Bovone, Galiani, Capurro, Gambarotta e Rivara, e la disponibiltà copiosa di acqua, preziosa risorsa in un territorio così arido d’estate, fu possibile migliorare le produzioni irrigue quali grano turco, barbabietole e tabacco.(…)

Venendo ai tempi più recenti, da almeno venticinque anni Carla Ghisalberti Gambarotta con la figlia Lucia si sono dedicate con passione all’allevamento di cavalli da sella italiani per il salto agli ostacoli.

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