Gavazzana (Al), poche case sparse lungo il crinale delle prime colline tortonesi, a ridosso della pianura, una bella chiesa parrocchiale dedicata a San Martino, eretta nel cinquecento in stile neo-romanico, dal cui sagrato, quando l’aria è tersa, si gode un panorama quantomeno stupefacente, centocinquanta abitanti, fieri del loro borgo e tutt’intorno un territorio mosso, ben coltivato, odoroso di lavanda o di funghi, secondo la stagione. Il toponimo ha le sue radici nel ligure arcaico gaba, altura, e San, luogo, quindi luogo su un altura. L’abitato sorse sul colle sovrastante la romana Via Postumia.
La prima notizia certa risale al 1242. Il paese fece parte ab antiquo del cosiddetto Vescovato, storico possedimento temporale del primate di Tortona. Il 18 giugno 1799 il borgo fu saccheggiato dai soldati francesi del generale Moreau che lasciarono sulla strada alcune vittime. Nel maggio del 1859 fu ancora teatro operativo di truppe francesi prossime a scontrarsi con gli Austriaci a Montebello. Nel 1874 vi nacque il venerabile don Carlo Sterpi cofondatore col futuro San Luigi Orione della Piccola Opera del la Divina Provvidenza; nel 1943 egli ospitò nella sua casa il celebre scultore Arrigo Minerbi, sottraendolo alle persecuzioni razziali.
Gavazzana già possiede un piccolo numero di pitture murali realizzate nel 1998 e, grazie a queste, è considerato “Paese Dipinto”, associato all’Assipad. Nel 2008, sono stati rappresentati Don Luigi Orione e Don Carlo Sterpi (nativo del paese), contornati da alcuni bambini, in omaggio all’opera di Don Orione stesso (muralista Mario Carattoli); è stato raffigurato uno dei più grandi scultori del ‘900, Arrigo Manerbi, confinato nel 1943 a Gavazzana per via delle leggi razziali, colto nell’attimo in cui saluta il paese dalla sua splendida terrazza (muralista Tiziano Lucchesi); è stata dipinta una incruenta scena di caccia, in omaggio al campionato mondiale di caccia, tenutosi alla riserva di Gavazzana all’inizio degli anni ’90 (muralista Paola Magini).