Su territorio di Cassano Spinola, confinante con Villalvernia, sulla sponda destra del torrente Scrivia, si trova Il Centro di inanellamento della Provincia di Alessandria, un’area di monitoraggio della fauna con attività a scopo scientifico.

Fabrizio Silvano di Stazzano, decano e vero punto di riferimento per questo importante sito
Fabrizio Silvano di Stazzano, decano e vero punto di riferimento per questo importante sito

Ci vado per la prima volta d’accordo con Fabrizio Silvano di Stazzano, decano e vero punto di riferimento per questo importante sito. Alla “baracca”, siamo in parecchi, almeno più di una decina, con la presenza di due guardie ambientali della provincia di Alessandria.

Iniziamo con una breve conversazione con il signor Silvano. Mi dice, riferito al sito ed all’attività sul posto, che negli anni le cose si sono un po’ evolute si sono aperte nuove frontiere di ricerca e adesso è in corso un Progetto che si chiama MonITRing direttamente gestito dall’ISPRA che è il centro nazionale che gestisce tutti gli inanellatori e tutti gli inanellamenti in Italia, si tratta di una branchia del Ministero dell’Ambiente, perciò a titolo volontario vengono fatte queste operazioni su delle date e su dei protocolli che vengono dati direttamente dall’ISPRA.

Si cattura praticamente tutto l’anno tre volte al mese, ogni decade, su date imposte e sono circa sessanta, settanta le stazioni in Italia che hanno aderito a questo progetto e questo sito è l’unico in provincia di Alessandria; in pratica catturando contemporaneamente si ha una visione istantanea di quello che succede durante le migrazioni. Ovviamente si studiano i nidificanti, si studia la fedeltà al sito riproduttivo, ecco lo scopo principale è quello.

Qui si lavora e si è lavorato molto anche con le università, sono state fatte una trentina di tesi qui, adesso c’è ancora tesi in corso sia da parte dell’università di Genova che di Torino, di Alessandria; proprio in questi giorni sono presenti qui due studentesse universitarie che un po’ per passione e un po’ per studio seguono le attività. Una di Alessandria, l’altra è di Asti e frequentano l’università di Torino con specializzazione in Biologia dell’Ambiente.

Ce n’è una una di Genova che ha già fatto la triennale ed ora sta facendo la specialistica non tanto sugli uccelli, ma sui mammiferi presenti in questa zona. Qui ora ci sono anche i cervi, i cinghiali ed i caprioli. In questo periodo dell’anno ci sono i migratori che si dividono in due grosse categorie: quelli a corto raggio o intrapaleartici che sono quelli che arrivano in questa stagione e stazionano passando l’inverno attorno al bacino del mediterraneo Italia, Grecia, Spagna, come i pettirossi ed i tordi per fare due esempi, poi invece c’è il grosso gruppo che è quello dei transahariani o migratori a lungo raggio, sono quelli che passano il Mediterraneo, passano il Sahara e vanno a svernare nelle savane africane, caso eclatante le rondini, gli usignoli, i gruccioni, qui c’è una bellissima stazione di gruccioni nidificanti.

Adesso arrivano gli intrapaleartici che passeranno l’inverno qui, ma con un’annata come questa che ieri avevamo 22/23 gradi il sole dava fastidio, magari arrivano tra quindici giorni. Poi abbiamo gli stanziali e lo dice il nome stesso, passano tutta la loro vita girando qui. Nascono, crescono e muoiono in un territorio molto limitato. Si catturano il tempo necessario per fare le varie operazioni, viene messo l’anellino a quelli che non ce l’hanno, alcuni ce l’avranno già. Ed inizia la catalogazione aprendo i sacchetti uno ad uno dove sono stati posti i volatili in fase di cattura.

Anzitutto si inanellano, si misura il becco, si misura l’ala, si pesano, si misura il tarso, la lunghezza della coda, si guarda il grasso sul petto e si liberano per il volo ed il ritorno al loro ambiente. Per capire meglio facciamo anche un percorso dove in vari punti sono disposte delle reti in verticale per far sì che i volatili rimangano imprigionati durante il volo e possano essere catturati. Le reti vengono poste in diverse zone: acqua, cespugliata e bosco. Ne troviamo alcuni impigliati e con tanta pazienza vengono svincolati dalle maglie delle reti senza fargli alcun male. E si torna al punto di partenza. Una bella esperienza in pieno contatto con la natura e l’ambiente.

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