A monte del Comune di Castellania si trova la frazione di Sant’Alosio composta da un gruppo di case. Scorrendo i documenti antichi si parla di Sant’Alosio, soprattutto per una splendida fortezza con castello: era cinto da due ordini di mura e le torri, per tanti anni visibili, ma in uno stato di deplorevole abbandono, erano i principali punti di collegamento per le segnalazioni ottiche con le altre torri della comunità del Vescovado, a cui questo territorio apparteneva e come tale ne seguì le vicende storiche (v. Carezzano, “Il Vescovado”).

Una strada, detta appunto ” del Vescavado ” o ” dei feudi ” collegava, attraverso i vari centri della collina sotto il potere temporale del Vescovo, Tortona a San Biagio, e, quindi, a Sant’Alosio.

Nel XV secolo la località fu data dal Vescovo in feudo ai Rampini, che ne ebbero il possesso fino alla soppressione del feudalesimo. In questo periodo Sant’Alosio conobbe un’epoca di grande splendore.

Qui nacque Enrico Rampini, uomo di somma pietà e studio, che fu Vescovo di Tortona, quindi di Pavia e di Milano, infine passò a Roma, nominato Cardinale. E’ sepolto nella basilica romana di San Clemente. Sant’Alosio diede i natali pure a Marziano di Tortona, che fu precettore e consigliere di Filippo Maria Visconti.

Fu un uomo tra i più colti del suo tempo e di lui rimane un famoso gioco di tarocchi, che pitturò su pergamena. Non si sa quando fu eretta la prima chiesa, è però verosimile che, come terra del Vescovado, questa comunità avesse una chiesa già verso il IX o X secolo.

Nell’area dell’attuale parrocchiale di San Biagio esisteva la chiesa di San Marziano, che, nel Sinodo di Mons. Maffeo Gambara (1595), dipendeva dalla chiesa di Carezzano.
Quando fu abbattuta la vecchia chiesa, e quando sorse l’attuale, non si sa con certezza, tuttavia si può supporre che il nucleo centrale della presente chiesa di San Biagio esistesse già nel 1500, successivamente ampliata.

Si ha infine notizia dell’oratorio di San Bernardo nel castello di Sant’Alosio e dell’oratorio di San Giuseppe in località Sant’Andrea.
Dell’antico maniero rimangono, tutt’oggi, ben visibili, sulla vetta del monte, due tronconi di torre a pianta quadrata di cca. 4mt. per lato, originariamente alte più di 20mt., ma inopinatamente abbassate negli anni scorsi (1948) a scopo di consolidamento, insieme con tratti dell’antica cinta muraria. La tipologia delle due torri, in pietra locale, accuratamente squadrata, comune a tutto il Monferrato alessandrino, è sicuramente attribuibile al sec. XIII: singolare è anche l’abbinamento di due elementi fortificati identici, l’uno dirimpetto all’altro.

Nel 2013 sono stati assegnati nuovamente al comune di Castellania i fondi della Regione Piemonte per il consolidamento delle torri di Sant’Alosio, danneggiate dal terremoto di 10 anni prima. Le due storiche torri, simbolo dell’ alta valle Ossona, erano state in parte danneggiate dal sisma: c’era stata l’assegnazione di un finanziamento di 26.000 euro nella suddivisione di fondi immediatamente successiva all’evento sismico.

Un anno dopo il terremoto, nel 2004, con un decreto dell’allora presidente della giunta regionale, Enzo Ghigo, le torri erano state stralciate dal piano di interventi, motivando tale decisione con il fatto che non rientravano nella proprietà dell’amministrazione comunale, che invece aveva presentato regolare richiesta di contributo ma non ne poteva beneficiare.

L’attuale presidente della Regione Piemonte. Roberto Cota e il vice Ugo Cavallera hanno revocato l’atto del 2004, riammettendo a contributo i lavori di consolidamento. Nel frattempo la posizione del Comune si è regolarizzata, avendo l’amministrazione ottenuto nel 2010 dall’Agenzia del Demanio un atto di concessione sugli immobili.


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