Nel pomeriggio odierno ho fatto una visita a Gavi presso l’Oratorio dei Rossi dove ha sede la Confraternita della SS. Trinità denominata dei Rossi.
Sul posto ho incontrato il signor. Rinaldo Repetto, uno dei pochi confratelli rimasti – meno di una decina – che mi ha fatto da guida. Della confraternita le prime notizie sono datate all’inizio del 1600. I terziari di S. Francesco fondarono una cappella e la dedicarono alla SS. Trinità, sulla strada di Alice nelle vicinanze dell’attuale Casa Gandini, quasi sulle rive del Lemme.
Il 21 luglio 1609 i Confratelli si aggregavano alla venerabile Arciconfraternita della SS. Trinità di Roma.
L’attuale Chiesa è stata costruita presumibilmente tra il 1640 e il 1645. E’ a navata unica con loggiato interno a tre arcate a tutto sesto su due colonne centrali in pietra, così come la facciata è a capanna con un grande portale, costruito all’epoca per l’uscita del gruppo ligneo della SS. Trinità dal capomastro Novaro per 120 lire.
All’ interno vi sono custoditi: due Crocifissi di notevole fattura risalenti al 1780 circa, la nicchia per la statua della SS. Trinità e due altari dedicati a S. Agostino e N. S. di Misericordia che fu eretto a spese del pio benefattore Andrea Cipollina fu Agostino nel 1879. L’attuale organo è stato costruito attorno al 1800 dall’ artigiano novese Bianchi. Tutte le suppellettili e gli arredi sono stati acquistati e donati da generosi Confratelli. Sono da evidenziare due magnifici pastorali in argento rappresentanti Sant’ Agostino e il gruppo della SS. Trinità.
Sono di proprietà della Confraternita anche alcuni dipinti di pregevole fattura donati all’Oratorio. Tra questi il Martirio di San Sebastiano, opera di scuola spagnola tra il 1600 e il 1649.
Vi sono altresì un ECCE HOMO, la “Continenza di Scipione” del pittore genovese Giovanni Raffaele Badaracco, databile 1626-1648, dipinto di ottima qualità.
L’abbellimento della volta centrale sopra l’altare maggiore, con dipinti ed affreschi fu eseguita dal pittore di adozione gaviese Santo Bertelli, parente degli scultori e pittori Luigi e Francesco Montecucco tra il 1922 e il 1928; rappresenta i Superiori della Confraternita con cappa rossa e tabarro nero dorato, inginocchiati davanti a Papa Paolo V, nell’atto di chiedere l’aggregazione all’ Arciconfraternita della SS. Trinità di Roma nel 1609, opera ancora visibile e controfirmata.
La facciata esterna con l’affresco, è stata ridisegnata dalla restauratrice gaviese Francesca Regoli con la collaborazione del padre Vincenzo, nell’anno 1999, in occasione del primo centenario del gruppo della SS. Trinità. L’affresco era quasi completamente scomparso per l’inclemenza del tempo e maldestri restauri.
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