La chiesa parrocchiale dei Santi Pietro e Paolo risale al XII secolo, ricostruita tra il XVI ed il XVII secolo, ha subito numerosi restauri e rifacimenti, alcuni di grande importanza. 

Originariamente era a croce latina e aveva la facciata rivolta verso via D’Azeglio; al tempo di Federico Barbarossa il vecchio edificio fu ampliato, la pianta fu modificata e la facciata rivolta verso la piazza.

La chiesa assunse l’attuale aspetto nel 1588, con ogni probabilità su progetto di Pellegrino Tibaldi; nel 1621 il Papa le concesse il titolo di “insigne collegiata”. 

Dell’antica pieve si ha testimonianza a partire dal 1184, ma le attività del cantiere si possono circoscrivere tra il 1165 ed il 1183. Appartengono a questo periodo i pilastri occidentali del quadrato d’incrocio fra il corpo longitudinale ed il transetto, la navata minore meridionale e parte del muro della facciata sud del transetto, dietro l’organo, decorata da un fregio di archetti pensili a pieno centro. 

La facciata, mai completata, conserva il portale originario, datato 1183 e firmato da magister Albertus. Nella lunetta sono scolpite le scene di “ Sansone che smascella il leone” e di “Davide che salva il gregge assalito dal leone”. I capitelli di sinistra riproducono una serie di grifoni, mentre quelli di destra rappresentano scene di vita nelle diverse stagioni dell’anno. 

La chiesa presenta una pianta a cinque navate, quella centrale è sorretta da dieci grandi colonnati di granito, quelle esterne si configurano come cappelle laterali rialzate e delimitate da balaustre. La zona presbiteriale ha terminazione semicircolare. 

Al suo interno sono presenti tele di artisti locali (Pietro Grassi, Tirsi Capitini, Francesco Mensi). Di grande interesse artistico la cappella del SS. Sacramento, detta anche “capella lunga”. Particolare attenzione merita poi l’Ultima cena del castelnovese Alessandro Berri, nipote di Vincenzo Bandello, custodita nella cappella in fondo alla navata sinistra. 
In controfacciata si segnala un affresco del XV secolo, rappresentante la Madonna della Misericordia, attribuito a Quirico Boxilio da Tortona.

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