Il paese di Carezzano si trova in provincia di Alessandria, oltrepassato Villalvernia, salendo sui Colli Tortonesi.
Il toponimo Carezzano si forma dai due antichi lemmi liguri “car” e “san” , con il significato di “alto sito”, che appaiono ancor oggi nella versione dialettale “Carsan” . Difficile ipotizzare il periodo di popolamento della zona, certo è che le prime citazioni documentarie su Carezzano risalgono al XIII secolo quando compare la famiglia dei de Carezzano. . Nel 1408 troviamo i due Carezzano (Maggiore e Superiore) in possesso ai Rampini di Sant’Alosio . Alla fine del XIV secolo Carezzano divenne capoluogo del cosiddetto Vescovato : vi risiedeva in permanenza un giurisperito laico denominato Vicario Temporale (il primo è documentato dal 1377).
Conosciuto come “Vescovado”, fu dal 1327 al 1784 un piccolo stato indipendente, cuscinetto tra la Repubblica di Genova e il Ducato di Milano, controllato e amministrato dai Vescovi-Conti della Diocesi di Tortona. Dalla fine del XIII secolo infatti il Vescovo di Tortona esercitava la sua giurisdizione temporale su di un esteso territorio chiamato Vescovato: a differenza della Diocesi che indicava il territorio sul quale il Vescovo esercitava la sua autorità di ordine spirituale, con il termine Vescovato si intendeva raffigurare quel complesso di terre e beni infeudati alla mensa vescovile che erano sottoposti anche politicamente alla sua giurisdizione. Il territorio possedeva Statuti autonomi e la giurisdizione era suddivisa nel “Vescovato”. Venivano eseguite le condanne a morte su di un poggio sopra Carezzano, detto “Poggio del Castiglione” o “Bricco delle Streghe”, luogo del supplizio dove i condannati venivano giustiziati, come capitò a tre donne del Vescovado che il 12 luglio 1520 furono eseguite tre condanne a morte, per rogo, di tre povere donne originarie di una valle vicina, condannate, dopo mesi di prigionia e torture, perché ritenute streghe. Il luogo era stato scelto con accortezza affinché i fuochi si potessero scorgere da tutti gli angoli del territorio e fungere da avvertimento per i cittadini. La giurisdizione del Vescovo di Tortona su questa zona terminò nel 1784 quando il vescovo Maurizio Pejretti lo cedeva a Carlo Emanuele III di Savoia.
Passando nella via centrale, percorrendo la salita, poco prima della piazza si incontra un antico edificio in mattoni. Questa costruzione, caratterizzata da architetture medioevali , fu il Palazzo del Vicario dei Vescovi-Conti di Tortona. Carezzano fu infatti scelta come “capitale” del Vescovado ed il Palazzo del Vicario era sede degli uffici del governo del feudo: al suo interno trovavano collocazione la cancelleria, la sala delle udienze, il tribunale, l’ufficio delle tasse e dei bandi. Nelle anguste cantine del palazzo avevano sede le prigioni.
Nel Medioevo, questo piccolo paese del Basso Piemonte, assistette a cruente persecuzioni condotte nei confronti di diverse donne del Vescovado, accusate di stregoneria.
Il 29 Gennaio 1928 Carezzano maggiore e Carezzano Superiore, da sempre divisi in due comuni distinti, si fusero in un unico centro con Comune a Carezzano Maggiore.