Nel dolce paesaggio collinare dalla bassa Valle Staffora, si trova un vero e proprio balcone naturale sulla Pianura Padana che alterna aree coltivate a vaste zone ancora occupate da boschi naturali. Su uno di questi colli sorge il borgo medievale di Nazzano, che per il suo interesse storico ha determinato una particolare tutela del paesaggio, garantendo la conservazione di numerosi esemplari di alberi secolari, in particolare querce, specie simbolo del bosco oltrepadano. In compagnia di guide locali si scopriranno le caratteristiche naturali di questo ambiente incontaminato in cui è abbondante anche la presenza degli animali selvatici.
Sulla sommità del colle, intorno alla settecentesca Villa San Pietro, il bosco selvatico si trasforma lentamente in giardino all’inglese per poi lasciare spazio ad un grazioso giardino all’italiana che si affaccia sulla valle sottostante.
Dopo la visita guidata del giardino, quattro passi all’interno del borgo che si sviluppa alle spalle della villa, permetteranno di ammirare dall’esterno il castello medievale costruito dai Marchesi Malaspina per proteggere l’ingresso della via del Sale Pavese e di conoscere gli eventi che ne hanno segnato la storia.
Costruito dai Malaspina intorno all’anno Mille, Il Castello di Nazzano fu potenziato da Gian Galeazzo Visconti, che ne riconobbe immediatamente la strategica posizione, intorno al 1360. Dalla cime del colle su cui sorge è infatti possibile ammirare, nelle giornate limpide e ventose, la catena che dalle Alpi Marittime arriva fino al Monte Rosa.
Passato nei secoli di famiglia in famiglia giunse nel 1613 nelle mani dei Mezzabarba, conti pavesi, mani aristocratiche che ne trasformarono l’assetto, convertendolo da fortezza in maniero. Nel 1712 l’edificio fu rivenduto agli attuali proprietari, i marchesi Rovereto che definirono l’assetto per come lo possiamo ammirare oggi. A sud c’è il corpo principale con sei finestre (di cui tre a sesto acuto) ed un’ isolata al piano inferiore. Nell’angolo di sud ovest si nota una minuscola torre cilindrica, rastremata all’altezza della gronda. La curiosa aggiunta è merlata alla guelfa, come la gran torre quadrangolare che svetta ad ovest.
La facciata che dà sulla piazza della chiesa è caratterizzata da un alto archivolto ogivale cieco, che si disegna fin quasi alla linea del sottogronda ed inquadra una finestra a sesto acuto ed un portaletto a pianterreno. Il castello ha subito radicali restauri e fu nel 1905 definitivamente destinato a dimora residenziale.