La Basilica della Maddalena in Novi Ligure venne edificata tra il XV ed il XVI scolo, per volontà della Compagnia dei Disciplinati della Maddalena, ristrutturatasi agli inizi del ‘600 nella Confraternita di Santa Maria Maddalena e del Santissimo Crocefisso.
La facciata della chiesa è piuttosto semplice, soprattutto se paragonata al suo ricco interno, unico motivo decorativo due lesene, che inquadrano la parte centrale coronata da un frontone triangolare. Sopra l’ingresso principale è murata un’epigrafe, che ricorda le indulgenze lateranensi estese da Clemente XII, nel 1732, all’oratorio della Maddalena, in quanto membro della “sacrosanta Basilica Lateranense, Madre di tutte le Chiese”.
Nella nicchia sopra il portale è posta una statua in marmo della Maddalena che, secondo i dettami dell’iconografia classica, è rappresentata con il Libro nella mano sinistra ed il vaso degli unguenti nella mano destra.
Internamente la chiesa ha un impianto allungato, ad aula unica, terminante con un coro, non particolarmente ampio, separato dalla navata da una struttura a tre archi, quelli laterali disposti obliquamente, quello mediano, più alto, fa da cornice all’altare maggiore ed ospita il gruppo fittile del Compianto. Nella parte superiore si colloca l’altare della Natività ed il grandioso complesso ligneo del Calvario. Realizzato da artisti fiamminghi verso la fine del Cinquecento, il gruppo scultoreo comprende 21 figure umane e due cavalli a grandezza naturale. Sullo sfondo un grande affresco rappresenta l´Empireo con Dio, gli angeli e i santi che accolgono Gesù alla fine dei tormenti.
Nella navata due cappelle, di costruzione settecentesca, si aprono ai lati dell’area presbiteriale. Le pareti dell’aula sono scandite da paraste ioniche, leggermente aggettanti, con membrature in stucco, sormontate da una trabeazione continua sopra la quale si imposta una volta a botte ribassata e periodicamente tagliata da unghie triangolari. All’interno della chiesa è visibile un plastico di Novi Ligure nel 1750, quando ancora erano presenti le mura e i quattro punti d’accesso.
La confraternita dalle origini a oggi
La Confraternita della Maddalena nacque, secondo la tradizione orale nel 1280 o (ipotesi molto più credibile) nel 1435, con lo scopo precipuo dell’aiuto reciproco. Naturalmente, all’inizio, ogni sforzo fu dedicato unicamente alla salvezza dell’anima, ma, nel tempo, il bisogno, anche nella vita terrena, di umana solidarietà si impose sempre più, fino a prendere addirittura il sopravvento. Fu così che il motto della Confraternita, chiaramente ispirato alla dottrina di San Carlo Borromeo, divenne “Fede e Opere”. “…Non basta dire di essere cristiani, bisogna vivere la fede non solo con le parole ma con le opere…” così, infatti, ha detto Papa Francesco nel corso di una sua udienza generale, nel gennaio 2014. I punti salienti della sua storia.
1435: ipotetico anno della sua costituzione.
1561: Risalgono a quest’epoca le prime finalità socioassistenziali, gli offiziali della Confraternita cominciarono, infatti, a distribuire nel giorno di Santo Stefano, ai Confratelli poveri, il pane che veniva acquistato con i proventi del torchio, frutto di un generoso lascito testamentario, e con le offerte dei benefattori.
1570: la Confraternita commissionò la decorazione dell’abside con episodi della vita della Maddalena a un ignoto pittore pavese. Doveva però trattarsi di un ottimo pittore se gli veniva accordato un cachet di quaranta scudi d’oro.
1593: Iniziò la realizzazione del Monte Calvario e il lavoro venne commissionato a un tal Daniele Fiammingo anche se l’opera fu poi terminata da altri
1606: la Confraternita decise, in gennaio, di far eseguire il rivestimento policromo delle statue e di far affrescare la tazza absidale. Il 5 novembre dello stesso anno i lavori erano stati effettuati e le statue posizionate.
All’inizio del XVII secolo la Confraternita del Santissimo Crocefisso si fuse con la Compagnia ospitante dando così vita alla Confraternita di Santa Maria Maddalena e del Santissimo Crocefisso e fu proprio nel 1618 che per la prima volta questa dicitura comparve su documenti ufficiali. Questo Sodalizio ottenne la prestigiosa aggregazione alla Basilica di San Giovanni in Laterano, si assicurò per il suo Oratorio la dignità di Basilica e altri privilegi, come la possibilità di ottenere indulgenze, in cambio, s’impegnò a corrispondere all’Arciconfraternita un tributo annuo pari a una libbra d’oro, incenso e mirra
1710: si aprì il cantiere per la costruzione del campanile, fu chiuso nel ’17.
1727: dall’alto del nuovo campanile precipitò a terra la campana e fu solo grazie alla generosità di due Confratelli della Compagnia del SS. Nome di Maria che essa poté esser sostituita.
1750: il 24 febbraio undici Confratelli della Compagnia del SS. Nome di Maria e cinque sacerdoti partirono per un pellegrinaggio a Roma in occasione dell’Anno Santo. Un resoconto preciso descrisse le peripezie di un viaggio davvero avventuroso realizzato per terra e per mare. Papa Benedetto XIV li ricevette a Roma e fece loro dono di un piccolo Crocefisso processionale, di un quadretto cosiddetto “della Madonna della Pietà”, promise inoltre di inviar loro una reliquia in corpo e sangue proveniente dalle Catacombe di Santa Priscilla: quella di San Prospero che arrivò sette anni dopo e fu collocata in una Cappella Laterale dell’Oratorio.
1848: un gruppo di mercenari toscani che rientravano in patria, dopo aver partecipato alle battaglie in Lombardia, occupò l’Oratorio della Maddalena e minacciò il sacco della città se non fosse stata loro corrisposta una grossa somma di denaro. I Novesi inviarono ad Alessandria un messaggero a cavallo, per chiedere aiuto (si trattò di un tal Gaggino ancor oggi ricordato nel lessico popolare) e la fanteria e l’artiglieria alessandrine, con un rapido e deciso intervento, liberarono la città.
1933: fu affidato al Belotti un pittore bergamasco, il restauro della Basilica e fu lui che procedette anche all’affresco delle pareti laterali.
1943: La Confraternita della Maddalena restò la sola in città a sopravvivere e a continuare la sua opera di carità, grazie anche all’azione infaticabile del suo Cappellano Don Beniamino Dacatra.
1977: con il beneplacito della Soprintendenza ai Beni Artistici Storici ed Etnoan- tropologici del Piemonte e sotto la sapiente guida dell’architetto Beppe Merlano, si dette il via al restauro del Compianto sul Cristo morto.
1987: si aprì il cantiere per il restauro del Calvario, e i Confratelli si avvalsero degli stessi partner; il cantiere fu poi chiuso nel 1989.
1997: ancora una volta con il beneplacito della Soprintendenza e sotto la guida dell’architetto Merlano, iniziò un lungo periodo di restauri che coinvolsero l’abside, le statue degli Apostoli, l’organo e la sua cantoria, il pulpito e il Crocifisso processionale attribuito al Maragliano.
2014: il 3 febbraio venne rinnovata l’antica e prestigiosissima affiliazione alla Basilica Lateranense scaduta nel 1840. Il legame, questa volta perpetuo, concede una volta l’anno, indulgenza plenaria ai fedeli che la desiderino, nei giorni dedicati all’Ascensione, a S. M. Maddalena, a San Giovanni Battista, San Giovanni Evangelista e SS. Pietro e Paolo.