Ci sono arrivato dopo aver preso un caffè a Varzi e poi su a salire fino al Monte Penice. Appena in cima, tutta una discesa di 12 chilometri per arrivare a destinazione.

Cosa c’è di più piacevole del prendere un caffè sotto i portici di piazza Duomo, appena restaurata, salutare la testina apotropaica che ammicca da un capitello, infilarsi nelle stradine acciottolate del borgo, sfiorare le vecchie case e quindi – prima di finire abbracciati sul Ponte Gobbo – immergersi nelle meraviglie romane, longobarde e carolingie del museo dell’abbazia? Già, l’abbazia di Bobbio, la Montecassino del nord: Umberto Eco per “Il nome della rosa” si è ispirato al suo antico scriptorium, meraviglioso libro aperto (e poi chiuso: troppo sapere fa male) sui testi dell’antichità.


A Bobbio cerchiamo il nostro segno zodiacale nel mosaico romanico dell’abbazia; le nostre metamorfosi in leoni, cavalieri e sirene, sulle superfici sensibili dell’avorio della teca romana; la scrittura delle nostre vite nei codici miniati di San Colombano che, oltre alla fede, portò l’istinto nomade del pellegrino, rievocando senza volerlo le radici celtiche di questi luoghi, ancora presenti nella musica. Una cosa è certa, il monaco venuto dall’Irlanda un miracolo l’ha fatto: ha creato Bobbio.

Bobbio è un piccolo comune di 3500 abitanti in Emilia Romagna, all’interno della zona appenninica della provincia di Piacenza ed è celebre per il suo aspetto medievale e per il lungo Ponte del Diavolo sul fiume Trebbia.

La storia di questo piccolo centro si perde nella notte dei tempi, infatti, la zona è stata abitata fin dalla preistoria, ma diventa un centro importante a partire dalla colonizzazione romana quando viene edificata la porzione del ponte oggi nota come il Ponte Gobbo, per diventare nell’alto medioevo uno dei centri più importanti del monachesimo occidentale. Infatti, proprio a Bobbio, il monaco irlandese San Colombano fonda un monastero che in breve tempo sviluppa una delle biblioteche più importanti e prestigiose di tutta la cristianità e dove sono conservati ancora oggi alcuni dei manoscritti latini più antichi e pregiati della storia.

Bobbio è un piccolo centro, ma la densità di arte e cultura che troverete è qualcosa di unico nel suo genere e vi innamorerete delle stradine di ciottoli e degli edifici in mattoni di questa cittadina medievale.

Per arrivare nel centro cittadino dovrete oltrepassare la prima famosa attrazione di Bobbio, il lungo Ponte del Diavolo, che attraversa il fiume Trebbia e che collega la città con la strada che porta a Piacenza. Questo ponte, di origine romana, è formato da 11 lunghe arcate irregolari che gli donano un aspetto originale e suggestivo, che è anche all’origine delle leggende sul suo nome. Infatti, si narra che il ponte venne costruito con questo aspetto dal diavolo stesso per spaventare i monaci del monastero di San Colombano e impedire loro di attraversare il fiume.

Una volta entrati nel centro storico di Bobbio vi troverete davanti a un reticolo di strette stradine di ciottoli ed edifici antichi che abbracciano ogni angolo dello sguardo. La prima tappa di una passeggiata per Bobbio non può che essere il Monastero di San Colombano, fondato nel 614 dall’omonimo monaco irlandese sceso in Italia per arrivare a Roma. Il monastero è una possente aggregazione di edifici tra i quali svetta la facciata della basilica affiancata dall’elegante porticato dell’abbazia, dove hanno sede il museo e il celebre scriptorium. Il Museo dell’Abbazia raccoglie moltissimi reperti che partono dal periodo preromano e romano per poi concentrarsi sulla storia di San Colombano e sulla sua tomba, posta nella cripta della struttura.

Addossato all’Abbazia si trova anche il Museo della Città, che ripercorre in modo molto preciso il costituirsi dell’attuale centro urbano attorno al monastero nel corso di più di mille anni. Se, però, volete ammirare i codici che un tempo erano conservati nell’abbazia dovete entrare nel museo dell’opera del Duomo di Bobbio, che raccoglie alcuni dei volumi più preziosi dall’VIII al XV secolo. Il Duomo di Bobbio è un perfetto esempio di arte e architettura emiliana del ‘Quattrocento, con affreschi molto interessanti che sono stati da poco riscoperti sotto uno strato di calce steso alcuni secoli più tardi.

Una meta molto suggestiva da visitare nel centro storico di Bobbio è il possente Castello Malaspina, costruito nel corso del Trecento e che è stato la roccaforte dei Guelfi durante le lotte con i Ghibellini di Piacenza. La sua imponente torre domina su tutta la zona circostante e dalla sua cima si gode di una bella vista panoramica della città, degli Appennini alle sue spalle e della valle che si apre dopo il corso del Trebbia.

Percorrendo le stradine del centro di Bobbio troverete molti palazzi nobiliari, che narrano con le loro architetture severe, le vicende delle famiglie più importanti della città come i Castelli o i Calvi che decorarono le facciate delle loro abitazioni in una gara di potenza e ricchezza. Mentre state passeggiando non perdete l’occasione di fare visita a una delle osterie che si aprono all’ombra dei palazzi per assaggiare alcune delizie della cucina locale come i maccheroni alla bobbiese, realizzati con l’utilizzo di un ferro da calza e cotti in un gustoso sugo di carne, le ciambelline salate, le lumache in umido, piatto tipico del periodo autunnale, o, ancora, la torta di riso bobbiese con verdure, riso, uova e formaggio.

Un’altra importante attrazione del territorio sono gli stabilimenti termali, infatti fin dall’antichità Bobbio era famosa per le sorgenti di acqua termale che sgorgavano da molti punti attorno alla città. Le più famose sono le Terme di Sant’Ambrogio a Piancasale, utilizzate dai monaci di San Colombano per produrre il sale, le Terme di San Martino, che possono vantare una nuova struttura e un’acqua ricca di acido solfidrico, bromo e litio e, infine, le Terme di Rio Foino accessibili liberamente e gratuitamente appena fuori dal centro urbano di Bobbio.

Bobbio è perfetta da visitare in ogni stagione dell’anno: in inverno la città è spesso imbiancata dalla neve, offrendo un’atmosfera magica e affascinante; in primavera ed estate la natura rigogliosa dell’Appennino dà il meglio di sé offrendo un fresco rifugio dalla calura della Pianura Padana, l’autunno, infine, dona ai boschi attorno alla cittadina una incredibile varietà di colori che vanno dal ramato al rosso per panorami davvero mozzafiato.

Bobbio si trova a circa 40 chilometri da Piacenza , il capoluogo della provincia, e a poco meno di 200 chilometri da Bologna e dall’aeroporto Marconi. Il modo più comodo per raggiungerla è l’automobile, ma è anche possibile arrivare via treno fino a Piacenza e raggiungere Bobbio con le linee di autobus che raggiungono il centro storico in poco più di un’ora.

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