Oggi ho fatto una piccola visita al Castello di Borgo Adorno. Qui di seguito un po’ di storia.
Si affaccia sull’alta Val Borbera e costituisce un sito SIC (Sito di Interesse Comunitario), si staglia in alto sotto le pendici del monte Giarolo, la sagoma massiccia e possente di una struttura medievale: il castello di Borgo Adorno.
Costruito su uno sperone roccioso a picco sul torrente locale, il Besante, il castello domina l’intera val Borbera ed è visivamente collegato con la rete delle altre rocche che emergono dai monti che racchiudono l’Alta val Borbera: quelle di Roccaforte, di Montebore, di Sorli. Nelle giornate limpide, poi, sono ben visibili la pianura padana fino all’arco alpino, dal Monviso alla catena del Bianco, del Cervino, del Rosa, fino alle Alpi lombarde.
I primi documenti su Borgo risalgono al 1176, nelle convenzioni tra il Barbarossa e i Tortonesi nelle quali vengono restituiti a questi ultimi molti loro castelli che nel 1164 erano stati dati ai Pavesi. Tra questi, quello di Borgo. Secondo storici locali, tuttavia, Borgo unitamente ad altre fortificazioni della zona faceva parte di una linea difensiva del tardo Impero romano (secolo IV) a difesa della città di Libarna. La presenza all’interno dell’attuale castello di un volume di grandi dimensioni in pietra non giustificato da alcuna esigenza strutturale avvalora tale ipotesi.
In tutti i casi, non si hanno tracce né documentazioni storiche della presenza del castello fino al documento sopra ricordato. Si ha motivo di credere che durante le varie dominazioni longobarde continuasse a esistere in Val Borbera una enclave bizantina documentata da reperti ritrovati in alcune località della valle. A Borgo Adorno, per esempio, durante la demolizione di alcuni edifici si è ritrovato un concio lapideo riportante una croce bizantina.
Nei secoli XII e XIII Borgo unitamente a tutta la Val Borbera era dominata dai Malaspina, ma notevoli anche le presenze dei Vescovi di Tortona e del Comune di Tortona. Nel secolo XIV si affacciano gli Spinola che progressivamente dalla Valle Scrivia si espandono anche in Val Borbera. Durante tale periodo è documentata la presenza di un altro castello in Pallavicino a breve distanza da quello di Borgo. Nel 1518 Tolomeo Spinola lascia eredi dei propri feudi, Borgo incluso, i fratelli Antoniotto e Gerolamo Adorno.
La presenza degli Adorno, importante famiglia dogale genovese, continua fino alla soppressione del sistema feudale da parte di Napoleone (1797) e prosegue fino ai giorni nostri tramite discendenti. Già durante la dominazione Spinola e successivamente di quella Adorno, il castello di Borgo venne abbandonato a favore di quello di Pallavicino. Quando questo crollò a seguito di una frana, gli Adorno riposero l’attenzione su Borgo fino alla metà del 1600 quando decisero di intervenire radicalmente sulla struttura che venne trasformata nella dimora gentilizia oggi esistente.
Il castello di Borgo era la sede amministrativa di numerosi piccoli feudi che a macchia di leopardo si estendevano fino a Busalla in Valle Scrivia con una importanza strategica considerevole dovuta sia alle vie di comunicazione fra la pianura e la Repubblica genovese, sia alle prerogative di feudo imperiale che garantiva una totale indipendenza e consentiva di amministrare anche la giustizia.
Durante la Resistenza ’43-‘45, fu sede di un ospedale da campo e di un presidio partigiano.
Il castello di Borgo Adorno è costituito da un compatto volume realizzato in pietra di impianto molto irregolare, vagamente quadrangolare e sviluppato in altezza. L’irregolarità della pianta è dovuta al preesistente fortilizio di cui, nella ristrutturazione del Seicento, sono stati conservati i muri perimetrali realizzando però all’interno i locali principali a pianta regolare.
Ciò giustifica la presenza nelle sale di murature esterne di notevole e variabile spessore.
Sull’angolo di nord est insiste una torre circolare coronata da un apparato aggettante su beccatelli chiaramente decorativi e risalenti quindi alla ristrutturazione seicentesca. Lavori di manutenzione straordinaria eseguiti recentemente hanno evidenziato come la struttura della torre fosse originariamente isolata rispetto al resto del complesso consentendo così di ipotizzare un impianto dell’antico fortilizio analogo a quello di strutture coeve quali il castello di Carrega Ligure, o di Campo Ligure, ovvero costituito da un recinto murario fortificato all’interno del quale si trovavano una o più torri di estrema difesa e avvistamento. Sul lato sud opposto sono presenti infatti locali a pianta ottagonale che portano a ipotizzare la presenza di un ulteriore torre.
Il prospetto principale, quello a levante con la torre, si affaccia su una piazza circondata da muratura alla quale si accede da due ingressi simmetrici caratterizzati da pilastri in pietra a bugnato coronati da bocce in arenaria. Sulla piazza affacciano anche la cappella gentilizia sull’angolo sud, mentre sul lato opposto, a fianco della torre si apre il portale di accesso. Questo è costituito da un piccolo corpo di fabbrica coperto con un locale sovrastante il portale inquadrato da due lesene doriche che sostengono un frontone curvilineo al di sopra del quale è presente lo stemma Adorno compreso fra due volute. Dal portale si accede al retrostante giardino pensile.
La piazza ha un impianto tendenzialmente regolare con la presenza sui lati opposti di due piccole costruzioni simmetriche e, sul muro di contenimento a monte, di una fontana completata da due nicchie simmetriche ai lati contornate da lesene e capitelli. L’impianto della piazza è chiaramente sei/settecentesco come documentato dalla data, 1704, riportata su uno degli elementi dei pilastri che delimitano l’accesso.
La cappella, dedicata a Santa Caterina Adorno Fieschi, la santa di casa, presenta una armonica facciata sulla piazza di impianto barocco e una pianta rettangolare mossa agli angoli e coperta da una volta a vela lunettata sulla quale si apre un piccolo matroneo.
Il piccolo cortile giardino antistante la facciata verso valle presenta una pianta molto irregolare ed è circondato da spalti insistenti su strutture preesistenti. Due piccole torri ne delimitano il contorno.
L’interno del castello è costituito da ambienti sobri e di grande fascino con pavimentazione in cotto e volte di copertura in pietra. Al primo piano si trova un salone a doppia altezza, presenza tipica delle residenze barocche in questo caso giustificato anche dalle funzioni di rappresentanza di un feudo imperiale in cui, come già ricordato, si teneva anche corte di giustizia.
L’austero castello di Borgo non presenta particolari elementi architettonici decorativi né decorazioni pittoriche nonostante in documenti della fine del 1781 si parli di “camera grande dipinta” di cui oggi non si trova riscontro. Sono tuttavia presenti due sale con lunette dipinte da Clemen Parrocchetti alla fine degli anni ’50.
Il fascino del castello è quindi dovuto alla sua posizione dominante una valle incontaminata senza alcun elemento strutturale o naturale di disturbo e all’integrità della struttura, che risponde alle descrizioni del XVII secolo, alla presenza di un arredamento in gran parte originario nonché alla collezione di arte contemporanea di Clemen Parrocchetti, discendente degli Adorno, che qui ha vissuto e lavorato a lungo.