Il nome del paese risulta variamente modificato nel corso del tempo: “Vultabium” o “Vultacium” (da volte, magazzini per le merci o perchè “voltato” cioè mutato nella forma ?) e ancora “Ottaggio” che pare trarre origine dal suffisso indoeuropeo “tag” (rifugio, capanna di frasche). Poco probabile il collegamento con la sua funzione di punto doganale di riscossione dei pedaggi (“u tagio).

A causa della sua posizione strategica lungo l’unica via di comunicazione che collegava l’interno con Genova, Voltaggio fu spesso oggetto di contesa. Il 9 aprile 1625 subì l’incendio ad opera dei francesi alleati dei Savoia di Carlo Emanuele I contro la Repubblica di Genova. In seguito a ciò oltre a saccheggi e devastazioni subì la distruzione dell’archivio parrocchiale ed il paese, fino ad allora racchiuso fra le mura del castello, quando venne ricostruito assunse l’attuale forma allungata parallela al corso del Lemme.

Altre distruzioni si ebbero nel 1747 quando austriaci e franco-spagnoli si contendevano la via della Bocchetta per Genova.

La sua posizione di confine ha fatto si che abbia seguito la sorte dei vari occupanti. Nel 1798 fu incluso nel territorio della Repubblica Ligure per poi passare all’Impero Napoleonico (1805) e quindi al Regno di Sardegna (1815). Aggregato nel 1831 all’effimera provincia di Novi, quando il ministro Urbano Rattazzi istituì la Provincia di Alessandria fu anch’esso inglobato nella nuova realtà amministrativa.

Verso il 15 ottobre 1816 a seguito dell’annessione al Regno Sardo, è storicamente accertato che i Reali Carabinieri giunsero in Voltaggio insediandosi nella ex caserma della Gendarmeria e costituendo così la Stazione che da quasi duecento anni tutela la sicurezza della zona. A testimonianza dei legami con la Liguria, la Stazione dipendeva dalla Luogotenenza di Campomorone, facente parte del Ducato di Genova.

Nei secoli, Voltaggio diede i natali a personaggi illustri come San Giovanni Battista de’Rossi Patrono del Paese,  Il Venerabile Sacerdote Niccolò Olivieri, la Beata Maria Repetto i quali testimoniano la religiosità della popolazione, ad artisti come Sinibaldo Scorza che fu tra l’altro pittore di corte dei Savoia del quale alcune opere sono a tutt’oggi custodite nella pinacoteca dei Frati Cappuccini unitamente a numerosi altri pezzi prestigiosi del 1500-1600, Bernardo e Giovanni Battista Carrosio pittori e cartografi.

Nonostante l’inserimento nella Provincia di Alessandria, il legame con Genova che caratterizza Voltaggio, continua ad essere forte sia per l’appartenenza culturale dell’idioma locale ai dialetti liguri, sia per la massiccia migrazione verso il centro maggiore da parte della popolazione, sia per l’affermazione dei Voltaggini in decine di attività imprenditoriali e commerciali nel capoluogo ligure. Tale appartenenza è stata ufficialmente riconosciuta nel 2005 attraverso il conferimento a Voltaggio del titolo di Comune Onorario della Provincia di Genova.

Voltaggio è attraversato da ben tre rivi che vanno a confluire nel principale torrente Lemme.


Nel paese di Voltaggio quindi, si può stare sia seduti sulla rive del fiume a tirare le pietre nell’acqua, sia fare un picnic sui prati, sia far giocare i bambini in un piccolo parco giochi a misura di bambini piccoli: tutto recintato con cancelletti di sicurezza e un sacco di scivoli e altalene per tutte le età!
Il nostro itinerario può partire dal posteggio principale del paese, che si trova in un grande piazzale nelle vicinanze della sorgente sulfurea. Per arrivarci, attraverserete in auto il primo dei due bellissimi ponti ad arco che abbelliscono il paese. In questo piazzale troverete sempre posteggio, e appena scesi dall’auto, i bambini si precipiteranno verso il piccolo parco giochi al lato della piazza, pulito, ben tenuto e, soprattutto, recintato.

La Fonte della Fornace

Il nostro primo suggerimento è di oltrepassare il parco giochi e imboccare un piccolo sentiero posto a monte, che riporta l’indicazione “Fonte della Fornace“. Vi condurrà in breve (circa 800 metri di distanza), ad una freschissima sorgente, attraversando in pianura il bosco che costeggia il rio Morsone. In stagione, i bambini vi chiederanno di bagnarsi e potete senz’altro concederlo perchè l’acqua è spesso molto bassa (controllate prima!).
Sul sentiero troverete panche di legno e un’area di sosta e noterete con piacere che esso è sempre protetto verso il lato del torrente, nei punti in cui si è reso necessario.
Il consiglio è, come minimo, di fare il pieno d’acqua fresca.

La Sorgente Sulfurea e il Ponte dei Paganini

Al vostro ritorno, potrete far provare ai bambini un’esperienza sensoriale divertente: attraversate il piccolo ponte di ferro verde che attraversa il rio e vi troverete davanti alla sorgente sulfurea.

Entrando nella grotta artificiale e avvicinandovi alla parete, due getti d’acqua zampilleranno e diffonderanno per l’aria un notevole odore di zolfo, molto simile a quello delle uova andate a male…
Sarà così un’occasione per spiegare ai bambini come e perchè l’acqua ha questo particolare odore.

Se riuscirete a dissuadere i bambini dal tornare nel parco giochi, allora vi consigliamo di addentrarvi un pochino nel paese, e scendere ad ammirare il ponte romano detto “Ponte dei Paganini“, la più antica costruzione del paese, composto ancora da alcune parti originali risalenti al 1300.

Poche centinaia di metri più a monte troverete il bar pasticceria Cavo, davanti alla chiesa. Lì potrete degustare i famosi Amaretti di Voltaggio.

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