Castelspina, piccolo Comune in provincia di Alessandria, posizionato tra Sezzadio e Castellazzo Bormida, è una piccola comunità di pianura, la cui economia si fonda sull’allevamento e sull’attività agricola. Prodotto caratteristico di quest’ultima sono i rinomati peperoni di “Baciciulen”,ottimi se poi conservati sotto aceto. Negli ultimi anni si sta diffondendo la produzione di angurie e meloni.
I castelspinesi, che presentano un indice di vecchiaia da primato, vivono principalmente nel capoluogo comunale; la restante parte degli abitanti si distribuisce in poche case sparse. L’abitato, sorto all’incrocio di alcune strade vicinali, rivela nella sua topografia l’origine di borgo medievale. Le origini di Castelspina sembrano risalire al periodo medievale, tra il XII e il XIII secolo.
Inizialmente risulta appartenere al vicino comune di Gamondio (l’odierno Castellazzo Bormida).

La sua storia è strettamente legata al castello degli Spina che, secondo alcuni studiosi, venne costruito verso l’anno 1100 in quella zona detta Pian Castello, un’area agraria del borgo.
Nel XIV secolo fu attanagliata dalle lotte interne tra guelfi e ghibellini e nello stesso periodo passò sotto il dominio dei Visconti.
Alla morte di Gian Galeazzo Visconti, sopraggiunta nel 1402,cadde in mano ai francesi.
Tra le testimonianze di maggior pregio storico-architettonico figurano le antiche mura del castello, l’oratorio e la chiesa parrocchiale dell’Assunta costruita nel 1628,dopo l’abbattimento della costruzione originaria già esistente nel 1383;all’interno conserva un’interessante pala d’altare del Seicento con la Madonna del Rosario, copia del dipinto di Giovanni Battista Crespi detto il Cerano, conservato oggi alla Pinacoteca di Brera. Secondo una prima ipotesi la genesi del nome di Castelspina potrebbe essere legata all’esistenza di un vecchio castello che si chiamava Villa dei Malvicini (Villa Malvicinorum) o Castello dei Malvicini (Castrum Malvicini). Distrutto questo, verso il 1240 venne edificato il maniero chiamato Villa delle Spine dei Malvicini o Spina dei Malvicini oppure Castello della Spina.

Il terreno su cui doveva sorgere il secondo castello era allora ingombro di rovi e spine, proprio come risulta da una antica descrizione di quel luogo,”…buschetum spinarum super terra carcabalia malvixina”, da cui il nome.
Secondo un’altra ipotesi il nome potrebbe derivare dai marchesi Malaspina che già anteriormente erano i signori del territorio anche se questa ipotesi non trova riscontri attendibili.

Il primo atto ufficiale che prova l’esistenza di Castelspina risale al 3 agosto 1367.
Si tratta di una sentenza in cui sono chiamati in causa gli abitanti di Sezzè (Sezzadio) e l’intera popolazione di Castelspina: “… Seu fulchorum Malvicinum, sindicum et procuratorem dicti Castri Spinae, districtus Alexandriae”. Nel XIV secolo, quando imperversavano le lotte tra guelfi e ghibellini, il paese passò sotto il dominio dei Visconti. Alla morte di Gian Galeazzo Visconti (1402),Castelspina cadde in mano ai francesi,secondo gli accordi presi da alcuni alessandrini con un soldato di ventura, il francese Giovanni Lemaingre detto “Buccicardo”.
Facino Cane, condottiero dei Visconti, soggiogò Castelspina con altri borghi limitrofi compiendo distruzioni e saccheggi. Si avvicendarono nel dominio del paese gli Sforza e i Marchesi del Monferrato che lo cedettero in feudo ai fratelli Feruffini.

La chiesa sorge nel cuore dell’abitato ed è dedicata alla Madonna Assunta
Venne innalzata nel 1628, dopo l’abbattimento della chiesa precedente già esistente nel 1383 e intitolata ai Santi Pietro e Paolo. All’interno è possibile ammirare un’interessante pala d’altare del Seicento con la Madonna del Rosario, copia di un celebre dipinto di Giovanni Battista Crespi detto il Cerano, conservato alla Pinacoteca Brera.

Particolare curioso che caratterizza la nascita della parrocchia è un episodio che, se per secoli ha creato preoccupazioni e fastidi all’Autorità Ecclesiastica, è storicamente indice della generosità e del senso di partecipazione ecclesiale degli antichi abitanti di Castelspina: alcune famiglie del paese hanno dotato di un consistente beneficio di terreni la parrocchia, riservandosi, però, il diritto di patronato nella elezione del parroco.

Il palazzo comunale, sede da sempre del Comune, racchiude, oltre agli uffici comunali, l’agenzia postale, l’ambulatorio medico e il dispensario farmaceutico.
Negli anni passati fu anche sede delle Scuole elementari, oggi chiuse. Tra gli anni 1929 e fino al 1954 il comune di Castelspina venne accorpato a quello di Sezzadio.

A Castelspina si trova la Casa Madre delle suore Francescane Angeline.
Costruita nel 1883, venne fondata da un frate di origine castelspinese, Padre Innocenzo Gamalero e da Madre Chiara Ricci (suora per la quale è incorso la pratica di beatificazione). 

La costruzione del convento avvenne grazie al Vescovo di Alessandria Mons. Pietro Giocondo Salvai che concedeva al Prevosto di Castelspina un indulto eccezionale: “ Nei giorni festivi gli uomini siano dispensati dal precetto del riposo perché possano trasportare il materiale per la costruzione del nuovo Convento che richiede non meno di trecentomila mattoni più tutto l’altro materiale”. Grazie al lavoro di tutti i Castelspinesi, il 29 giugno 1984 fu inaugurata la cappella dedicata alla Madonna degli Angeli affrescata dal teologo dott. Andrea Canestri. Ora, dopo più di cento anni di vita, le suore di Castelspina contano 23 case in Italia, 5 in Bolivia, 2 nel Tchad (Africa), 1 in Brasile, in Argentina e nel Congo. Il rinnovamento che ha caratterizzato in questi ultimi anni la congregazione ha coinvolto anche il convento di Castelspina, infatti per la beatificazione di Madre Chiara Ricci è stato completamente rinnovato ed è stato costruito anche l’Auditorium per le conferenze che può ospitare fino a 250 persone. All’ingresso del paese troviamo la cappelletta dedicata alla Madonna di Loreto. Nata più di cento anni fa, venne restaurata nel 1989. Al suo interno è conservato il dipinto raffigurante la Madonna che aleggia sul paese. Detto dipinto è stato donato dal pittore genovese Federico Ferrari, trasferitosi a Castelspina negli ultimi anni della sua vita.

Il Monumento ai Caduti è l’opera di maggior rilevanza artistica presente nel Comune. La statua, ricavata da un unico blocco, è opera dello scultore Carlo Fontana.
Il monumento è stato dedicato ai caduti delle due guerre mondiali; davanti ad esso ogni anno, il 25 aprile, vengono ricordati i soldati che non sono più ritornati, con una breve ma toccante cerimonia

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