Vorrei provare a guardare il mondo d’oggi con gli occhi di una persona d’altri tempi, oggi anziana. Di primo acchito mi vien da dire, non c’è paragone. Ma, da una parte è una battuta scontata, dall’altra chiude troppo in fretta la questione. Eppure c’è del vero.
I cinquant’anni, per dire poco, il modo di vivere è cambiato completamente. E con esso le esigenze. Che se non sono cose indispensabili, sono diventate il superfluo a cui non si può più dire di no. Il mondo del lavoro, lo svago, l’informazione, il divertimento, la scuola, il tempo libero e, perché no, la comunicazione.
Val la pena di fare un piccolo cenno. Il lavoro ha subito negli anni mutamenti anche dovuti al progresso. Siamo passati dalla campagna, all’industria, ai servizi. In un tempo travolgente, un soffio. Una volta eri apprendista, oggi sei un somministrato. Che ne sanno i nostri vecchi?
Una volta bastava averne voglia di lavorare, oggi te la fanno quasi scappare; benché tu sia armato di buona volontà. Lo svago è perennemente annidato sui nostri smartphone, vere e proprie protesi appartenenti al nostro corpo. Fatti di informazione, di comunicazione e di tanto cazzeggio. Un tempo ti informavi leggendo il giornale, alla radio, alla tivù o al passaparola.
Il divertimento, vorrei trovare la giusta parola per definirlo. Una volta era con poco, oggi – scusatemi davvero – ma c’è ancora qualcuno che si diverte? La scuola, in allora era fatta di compostezza, rigore, educazione civica e morale. Oggi la scuola è libertà e non basta più un diploma, ci vuol una laura almeno breve. Già perché le posizioni lavorative richiedono studenti preparati. Che poi non sappiano fare, non importa.
Sarà il mondo del lavoro a formarli, ma almeno hanno titolo. Ammetto, per farla un po’ più breve, che sono stato mosso a scrivere queste righe dalla tragedia accaduta a Corinaldo. Una massa di giovani, lo sballo (chi può negarlo?), l’attesa di un idolo che ad altre generazioni non dice proprio nulla, anzi a leggere i testi di certe canzoni si accappona la pelle.
Il modo di affrontare la sicurezza delle persone, siano esse giovani così com’erano e trattate come pecore in un recinto. Lo spray urticante e cosa incommentabile. E chi pagherà? Ecco lasciamo perdere come avrebbero pagato in altri tempi a noi lontani, ma oggi almeno ci auguriamo che anzitutto l’accaduto serva da monito per altre occasioni, inoltre che i responsabili paghino.
Buona analisi. Ma non si può stare a guardare se le cose non vanno