Detta comunemente di Sant’Antonino. Situata subito dopo il bivio prima di entrare nell’abitato (per chi proviene da Vignole Borbera), tra la circonvallazione e la strada interna.

La facciata è molto semplice: la struttura a capanna è tipica del primo romanico e un affresco che raffigura la Madonna e Sant’Antonino da Padova che intercede per Santa Rita indica a chi è dedicata. Nell’affresco si può ben notare la veste francescana che il santo indossa, e il suo simbolo: il giglio bianco.
Sopra la finestra alla sinistra del portale, si vede un epigrafe in pietra in cui appare la data 1681 (forse la data di ristrutturazione della chiesa). L’abside è la parte più interessante della chiesa.
È l’unico elemento di vera origine medioevale e mai rimaneggiato nei secoli, presenta pietre a vista con conci di forme diverse, sagomati, squadrati e spianati. L’abside di Sant’Antonino ricorda molto quella di Molo, che infatti presente le stesse caratteristiche. La cronazione dell’abside termina con archetti cechi e pensili sorretti da peducci modanati ed è aperta da due monofore con arco a tutto sesto, ora chiuse. Le maestranze che hanno operato in questo periodo (XII) nella nostra zona, sono riconducibili a quelle antelamiche.

L’edificio attuale internamente riporta tre navate, mentre si può presupporre che originariamente l’interno fosse stato creato ad una sola navata. La facciata degli edifici medioevali e rinascimentali, rispecchiava spesso l’interno degli stessi: infatti molte chiese, soprattutto quelle più importanti, hanno spesso in facciata una ritmatura attraverso lesene o semicolonne che ci permettono di capire se la chiesa presenta più navate. Essendo la facciata di Sant’Antonino liscia, ha portato a pensare che originariamente la struttura fosse ad una sola navata.

L’abside, internamente, presenta tracce di affreschi di epoche diverse. L’incisione di un’ aureola su malta fresca lascia emergere la natura medioevale. L’assenza di intonaco permette di notare la struttura sottostante: muratura con pietra a vista, decorata da un cordolo lapideo sagomato che corre tutto intorno.

2 Commenti

  1. Ho letto la chiesa di San Antonio a Borghetto di Borbera e mi permetto di dissentire su questa nuova “intitolazione” di quella che è sempre stata Chiesa di Sant’Antonino.
    Non credo che sia sufficiente una pittura esterna, magari fatta a quel modo perché il pittore conosceva solo quello, per mutare la dedica della chiesa.

    • Il cartello fuori la titola a S. ANTONIO, ma il riferimento è a Sant’Antonino. Non posso darle torto. Osservazione giusta.

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