Chissà quante volte sarà capitato a voi, così come a me, di attraversare il paese di Bagnaria – la parte bassa – magari per andare a Varzi, in Valle Staffora; oppure verso Voghera se provenienti dalla parte opposta. Stavolta, qualche giorno fa, ho posteggiato l’auto ed ho deciso di imboccare una di quelle vie che portano verso la parte alta di questo antico borgo.
Il paese Bagnaria in antico era detto “Balnearia” per la presenza di alcune terme conosciute già dai romani. Nel 1157 Federico Barbarossa la diede in feudo al Vescovo di Tortona che, a sua volta, ne invest ì i conti di Lavagna tanto che uno dei rami di questa famiglia prese il nome di Signori di Bagnaria. Nel 1467 il duca di Milano Galeazzo Maria Sforza la diede in feudo a un certo nobile Busseti, ma successivamente Gian Galeazzo Sforza, duca di Milano, la concesse nel 1485 a Carlo Fieschi. L’imperatore Carlo V, successo nel ducato di Milano, confiscò il feudo ai Fieschi ribelli e nel 1548 ad Andrea Doria, famiglia che lo tenne sino al 1792. Dell’antico fortilizio, su un promontorio nella parte più alta del paese resta soltanto un rudere della torre, crollata in gran parte per il terremoto del 1828.
Il borgo ad impianto medioevale costituito da case in pietra, la chiesa parrocchiale dedicata a S. Bartolomeo risalente all’epoca romanica con all’interno una pregevole balaustra dell’altare maggiore di marmi di vario colore, sulla sinistra della chiesa, un edificio civile sul cui portale in pietra vi è un architrave recante lo stemma dei Malaspina: un ramo spinato. Nella parte alta del paese si conserva uno spezzone dell’antica rocca.
C’è da rimanere incantati nel vedere come sia tutto ben tenuto e conservato, tutto in pietra e la pavimentazione che ben si addice. Direi che vale la pena per una breve sosta.