Era un rudimentale ma efficientissimo impianto chimico che serviva a trasformare con lentissima combustione e distillazione la legna in carbone di legna. Realizzata in uno spiazzo appositamente preparato nel quale la legna, ricoperta di fogliame secco e poi di terra, veniva predisposta in modo tale da permettere la circolazione dei fumi, con una apertura sovrastante dalla quale gli addetti controllavano l’andamento delle reazioni chimiche e rifornivano di nuova legna.
Non esistevano strumenti o indicatori, ma ci si basava sul solo intuito. Tale procedimento viene denominato “carbonaia” e viene periodicamente riproposto dal Circolo Lunassese in frazione Lunassi nell’ambito delle manifestazioni dallo stesso organizzate.