Dopo una lunga attesa invernale, la stagione delle classiche di primavera parte oggi con la Milano-Sanremo 2019: 291 chilometri dal capoluogo lombardo alla costa ligure, sul classico percorso che da sempre contraddistingue la prima vera gara di un giorno dell’anno. Si festeggiano i 110 anni della corsa che collegherà Milano con Sanremo passando attraverso Pavia, Novi Ligure, Ovada, il Passo del Turchino per poi scendere verso Genova procedendo per Varazze, Savona, Albenga e Imperia, da lì in avanti la classica sequenza di capi finali verso Sanremo.

Questo l’annuncio che mi risuona in testa mentre faccio quattro passi in centro a Novi Ligure. Sta per passare la corsa. La gente fuori dai bar, c’è in concomitanza l’appuntamento mensile di Novantico. E, con l’avvicinarsi dell’ora in cui passeranno i corridori, tutti si disporranno pronti ad applaudire, a scattare foto, a gridare “FORZA!!!” ai propri beniamini.

C’è un po’ di abitudine, un po’ di tramandato dai nostri genitori, dai nostri nonni e un po’ di passione sportiva.

Già, ma quanti amano veramente lo sport delle due ruote? Quanti salgono in sella a pedalare anche solo per svago? Le nostre città sono sempre meno concepite per la tranquilla circolazione delle biciclette e sempre più osservanti del traffico veicolare delle automobili.

Si, si cerca in maniera sporadica di costruire percorsi ciclabili, ma sono davvero pochi, troppo pochi. Guardate soltanto in che condizioni si trova il tracciato da Carbonara a Costa Vescovato. Ed ora si parla di farne uno da Tortona a Viguzzolo. I comuni grandi come Tortona e Novi Ligure hanno messo a disposizione, tempo addietro, portabiciclette con con bici, ma rimangono solo i portabiciclette. Di recente sono stato a Vercelli e fuori dalla stazione ferroviaria ho visto tante biciclette posteggiate. Credo che lì sia la normalità. Così come lo è a Parma ed i Emilia.

Allora, cosa si vuole? Si celebra cosi tanto il mito dei grandi Campioni delle due ruote come Coppi, Girardengo, Carrea e Milano, ma non si riesce a trasmettere la passione per lo sport, la voglia di salire in sella e spingere sui pedali. Quello dovrebbe essere il fine. E se c’è un movimento in crescita, fuori i numeri!

Giampaolo Pepe

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