La Fiera dell’Ascensione di Voghera, la più antica di Lombardia, ritorna dal 30 maggio al 2 giugno con le sue mille attrattive, tra aree espositive e street food, bancarelle e spettacoli, cultura, storiche cerimonie religiose, luna park… La Sensia è antica perché ogni anno è nuova e da’ vita a occasioni di commercio, di divertimento, di approfondimento…
Anche per il 2019, per la 637esima volta, la Fiera dell’Ascensione conferma il suo slancio di rinnovamento e, a partire dallo spazio del Comune, porta in scena idee e progettualità per la città, nel segno della condivisione e della voglia di fare. Una festa, una manifestazione da sempre capace di parlare e di far parlare il territorio.
Testo tratto dal sito https://www.fieradellascensione.it/
LA STORIA
La Fiera dell’Ascensione di Voghera è la manifestazione più antica della Lombardia ed è riconosciuta come fiera regionale. Venne infatti ufficializzata nel 1382 e, nel corso dei secoli, sono state molte le novità che ne hanno caratterizzato il percorso storico e culturale.
Gli ultimi decenni del Medioevo, in un fiorire di rotte commerciali, vecchie e nuove, viaggi di pellegrini, percorsi di eserciti e soldati, vedono la nascita di una festa e di una celebrazione che è giunta fino a noi immutata nello spirito. Certamente, infatti, la fiera ai suoi albori rappresentava un momento importantissimo nell’arco dell’anno: si incontravano persone e stranieri, si scoprivano nuovi prodotti provenienti da luoghi lontani, si facevano affari, si pregava San Bovo (pellegrino e Santo patrono della città) e si seguivano le maestose processioni del ricco clero vogherese.
Grande peso, sicuramente, aveva la venerazione della Sacra Spina: la preziosa reliquia, secondo la tradizione donata dalla regina Teodolinda (più probabilmente arrivata a seguito dei cavalieri ospitalieri di ritorno dalle crociate), veniva esposta la domenica dell’Ascensione e, dal Settecento, calata dal tabernacolo in cui era riposta a 15 metri di altezza, con la nuvola, un complesso macchinario disegnato dal celebre pittore Paolo Borroni. Ancora oggi la Spina è conservata in un ricco reliquiario che fu donato da Gian Galeazzo Visconti.
Nei primi due decenni dell’Ottocento non troviamo altro, nei festeggiamenti dell’Ascensione, che illuminazione e funzioni religiose. La prima novità appare nel 1824, ed è l’esposizione di un elefante vivo nel cortile del Quartier Grande, che un girovago faceva ammirare per 25 centesimi.
Nel 1838, per iniziativa e sottoscrizione dei cittadini e concorso del Municipio, fanno la loro prima comparsa in programma i fuochi d’artificio, divertimento che non ha più abbandonato la Fiera dell’Ascensione e simbolo della cerimonia di chiusura.
Nel corso dell’Ottocento vengono in uso la corsa nei sacchi e nuovi giochi popolari. Appare la tombola col premio di due buoi, conservata in seguito con la sostituzione del premio in denaro; negli anni successivi i divertimenti variano e si moltiplicano modernizzandosi ma rimangono ancora ad attestare la semplicità antica i banchetti dei prodotti tipici, delle ciambelle, dei giocattoli e dei tradizionali lecca-lecca.
Naturalmente la “Sensia”, come viene chiamata nel dialetto locale, era giorno di inviti agli amici e parenti lontani. Il piatto ricercato del giorno era lo storione, che immancabilmente figurava nel mercato del mattino, o spesso si preparava il “bollito misto” accompagnato dal “bagnetto” (salsa verde a base di prezzemolo).
Nel giorno dell’Ascensione era uso tradizionale seminare negli orti le verdure di stagione. In principio del secolo passato alla sera dell’Ascensione, dopo lo spettacolo in teatro, si dava il via alle danze, che duravano tutta la notte. Nel periodo dal 1875 al 1878, durante il Sindacato di Carlo Gallini, nel salone del Municipio si teneva un ricevimento con rinfresco a spese del Sindaco. Quello stesso Sindaco che negli anni di politica cittadina si prodigò per il miglioramento dell’agricoltura nel vogherese offrendo gran parte del proprio patrimonio per la costruzione del “Pio Istituto Agrario Vogherese” con il duplice scopo di contribuire all’istruzione di ragazzi poveri e orfani e di avviare al progresso e all’innovazione agraria quella classe contadina ancora ancorata a tradizioni e superstizioni. A lui è stato intitolato l’Istituto tecnico agrario a Voghera.
Dalla seconda metà del Novecento in poi, anche la Fiera dell’Ascensione, pur mantenendo salde le radici alla sua secolare tradizione, ha saputo innovarsi. Oggi rappresenta un appuntamento importante e tradizionale sia per le imprese del territorio che per la gente di Voghera e di questa vasta terra fra Lombardia, Piemonte, Emilia e Liguria.
Nata come grande mercato del bestiame, ed in seguito divenuta principalmente fiera agricola, oggi rappresenta una delle fiere più moderne per gli operatori del settore. Un incontro fra domanda e offerta delle principali novità in campo agricolo, che attirano decine e decine di operatori.
La città di Voghera vanta di svariati prodotti che possono avvalorarsi del marchio di garanzia De.C.O. (Denominazione Comunale d’Origine) tra i quali troviamo la Mostarda di Voghera, il peperone e la cipolla, la Zuppa Vogherese (torta alle creme), lo Stracchino di Voghera (dolce semifreddo) e gli agnolotti di stufato. Anche le valli circostanti, toccando le quattro Province di Pavia, Alessandria, Piacenza e Genova, offrono una grande varietà di prodotti e di alta qualità come il più conosciuto Salame D.o.p. di Varzi e i profumati vini dell’Oltrepò Pavese.
La Sensia significa storia, cultura territoriale e folklore. In Fiera si può ascoltare buona musica, conoscere i prodotti agroalimentari del territorio, fare acquisti nei negozi del “fuori Fiera” che organizzano iniziative e promozioni ad hoc.
Il testo qui sopra è tratto dal sito https://www.comune.voghera.pv.it