“Ogni quarto di luna” scritto da Sara Pessino, parla di Isif, un geologo che proviene dal futuro; Dikte, sacerdotessa del culto della Dea; Nicus, centurione romano; Beldie, prostituta medioevale, e Buddy, uomo primitivo, improvvisamente strappati ai loro mondi, si ritrovano ignari fra le mura di un’antica torre nei pressi di Arquata Scrivia, che funge da porta spaziotemporale. Ogni quarto di ciclo lunare, uno alla volta, i viaggiatori del tempo faranno ritorno al proprio mondo, portandosi dietro una nuova consapevolezza, che stravolgerà per sempre le loro vite e di conseguenza il corso della storia. Novello Virgilio, per gran parte del loro viaggio li guida la giovane Anna, loro diretta discendente, a cui non sarà risparmiata una prova difficile capace di destabilizzare il suo cuore. Nell’ombra un misterioso uomo deciso a tutto pur di far fallire il tentativo estremo di Isif che porta con sé il ricordo della nipotina Electra, lasciata in un mondo sull’orlo del collasso.
Stasera, a Serravalle Scrivia presso la sala conferenze della Biblioteca Comunale “Roberto Allegri”, a distanza di almeno sette mesi dalla prima presentazione, c’era l’ultima occasione per parlare di questo libro. A dialogare con l’autrice c’era la scrittrice e giornalista Patrizia Ferrando.
Tra le parole che ho colto, mi sono annotato qualche cosa di interessante. La storia si ripete però ha anche momenti di decadimento. Per i protagonisti il tempo è la loro discendenza.
Genova (perché luogo primitivo dell’autrice), Libarna, Arquata Scrivia, il territorio novese e poi…Torino (perché luogo più attuale). Questi i luoghi. L’autrice è appassionata di archeoastronomia.
Omaggio ai luoghi e fantasia sfrenata. Ogni personaggio può rappresentare un lato della nostra personalità. Scrivere è sfogare parti di me che nemmeno conoscevo.