Tutte le feste patronali sono nate come momento di ringraziamento per qualche beneficio ricevuto dalle comunità locali e per richiedere la protezione dei singoli e l’allontanamento da ogni tipo di male per il futuro. Ma nel corso del tempo, le feste patronali, non più legate alla realtà rurale o marinara del territorio, hanno tracimato le loro caratteristiche verso quelle delle semplici sagre, finendo per secolarizzarsi di coreografie esterne che hanno poco o nulla a che fare con la fede.

Ben lungi da me a elevarmi in cattedra a giudicare cosa pensi la gente quando esce la statua del Santo in processione. Però è chiaro che filmare con lo smartphone una statua che esce dal portone della chiesa – voglio essere positivo – ha il solo scopo di trasmetterne l’immagine buona a coloro che sono stati impossibilitati a presenziare alla funzione. Altrimenti cos’è!? Mica è un evento sportivo o un’esibizione artistica?!

Ed i tempi sono cambiati, è cambiata la fede delle persone. E’ la fede che si è adeguata al tempo in cui viviamo. Di certo non è aumentato il seguito dei fedeli, ma come dice Papa Francesco: “Pochi ma buoni, veri, autentici”.

E passata la Festa, tutto torna al suo posto come prima, si ripongono le statue, le portantine, i Cristi che accompagnano le processioni magari ballando al suon di musica ( come fanno specialmente in Liguria).

Forse, ecco che rimane sempre a perenne ricordo l’origine della Festa del Santo Patrono.

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