Sabato pomeriggio a Tortona, presso la libreria Namastè, c’era la presentazione ufficiale di un nuovo prodotto destinato al palato e derivato dal mix di due prodotti di territori diversi.
Questo per ammissione di chi lo ha ideato: Monica Cusmano, membro della Condotta Slow Food del Tortonese e Anna De Ligio, cotitolare della “Polleria Moderna” in Tortona.
Qui finisce la mia esigua prosa per lasciare spazio al racconto di Monica Cusmano.
“Questo agnolotto nasce in un modo molto strano perché una domenica in cucina, mentre si fa da mangiare e viene il buco nello stomaco si assaggiano due ingredienti, si mette in bocca una fetta di salame e poi, destino vuole che in frigo c’è anche un po’ di Mollana, assaggiamo anche quella. In bocca nasce questo connubio, molto particolare. Uno ci pensa un attimo e dice: davvero un gusto molto buono. Lì per lì non ci pensi, ma in un secondo momento dici: perché non farci un agnolotto? Quindi cosa facciamo, vado da Anna in negozio e gli dico: “Senti, mi è venuto in mente di fare un agnolotto con pasta di salame Nobile del Giarolo e Mollana”. Lei mi dice: “perché no?! Proviamo!”. Perché definirle due eccellenze? La pasta del salame Nobile del Giarolo è un’eccellenza molto particolare, si chiama Nobile del Giarolo perché le parti nobili della carne che sono all’interno sono le parti nobili del maiale; questa parte subisce una prima mondatura, vengono tolte tutte le parti nervose, viene lasciato a riposo per una notte, poi viene grossolanamente tritata, si aggiungono spezie, aglio e l’elisir della nostra terra che è la barbera e si forma questo impasto che viene messo all’interno del budello secondo varie pezzature. Il secondo elemento è la Mollana, prende il nome dalla pasta di questo formaggio che è molle perché, come sappiamo, i contadini una volta avevano poco latte e lo lavoravano lentamente. Questo particolare formaggio che si produce nella Val Borbera con latte 100% vaccino è diventato il secondo ingrediente di questo agnolotto. Col mix magico delle mani di Anna ne è scaturito qualcosa di veramente buono. Si può mangiare sia fritto che lesso e poi condito con del burro dopo che è stato buttato in acqua e bollito. L’accompagnamento ideale è una buona barbera.
Anna De Ligio dice: “Ho colto l’idea di Monica al volo, mi piace mettermi in gioco, fare cose anche nuove. Questo agnolotto è stato studiato, messi e tolti, poi aggiunti ingredienti. Così è nato”.
Ancora Monica: “Questo agnolotto scaturisce da una passione per la cucina e l’amore per il territorio, quindi quello che mi sento di dire è: evviva la nostra terra, evviva i contadini, evviva l’eccellenza del tortonese.
Lo abbiamo chiamato il Nobile agnolotto perché all’interno contiene un’eccellenza di territorio che è il Nobile del Giarolo”.
Credo non ci sia altro da aggiungere!