Ieri, una interessante gita organizzata dalla Delegazione FAI di Novi Ligure.

La prima parte della giornata si è svolta sulle colline torinesi, a Bardassano (Gassino Torinese), dove a meno di 20 chilometri da Torino si erge l’imponente castello medievale oggi di proprietà del conte Giriodi Panissera. La struttura è imponente, splendidamente conservata. Fu edificato nell’XI secolo e racchiude innumerevoli storie del territorio; si racconta che persino Federico Barbarossa, imperatore del Sacro Romano Impero, soggiornò per un breve periodo in questo luogo, dopo l’assedio di Chieri avvenuto nel 1156.

Il Castello di Bardassano

In origine il castello era utilizzato come prigione di Stato della Repubblica chierese. A partire dal 1357, anno in cui viene infeudato ai Provana, il castello passa per secoli, di mano in mano, ad illustri famiglie dell’aristocrazia piemontese. L’immagine complessiva della struttura è trecentesca, anche se i maggiori restauri si ebbero nel Seicento con la trasformazione di parti delle fortificazioni esterne in terrazzi a giardino.

Oltre al cortile rinascimentale, sono particolarmente apprezzabili gli arredi perfettamente conservati e gli splendidi soffitti a cassettoni tardo cinquecenteschi. Oltre al cortile rinascimentale, con loggia e pozzo, sono apprezzabili il salone degli stemmi dove sono dipinti tutti gli scudi dei casati che ebbero la signoria del castello e delle terre, il soffitto a cassettoni cinquecenteschi, i cosiddetti “succhi d’erba”, pitture imitanti gli arazzi eseguite con colori di origine vegetale ad acqua su tessuti di lino o di seta, e gli arredi perfettamente conservati.

Nel pomeriggio, visita all’Abbazia di Santa Maria di Vezzolano, nel comune di Albugnano (AT), uno dei più importanti monumenti medievali del Piemonte.

Il primo documento che cita la chiesa di Santa Maria di Vezzolano è del 1095, ma l’edificio attuale risale alla fine del XII secolo. Il complesso canonicale di Vezzolano, spesso impropriamente definito Abbazia, ospitava religiosi che seguivano la regola di Sant’Agostino, conobbe un lungo periodo di splendore tra i secoli XII e XIII, seguito da un lento declino, iniziato nel 1405, anno a partire dal quale la canonica fu concessa in commenda a prelati residenti altrove.

Abbazia di Santa Maria di Vezzolano

Dopo l’esproprio in epoca napoleonica, nel 1937 il complesso fu ceduto allo Stato ed è attualmente in consegna al Polo Museale del Piemonte.La chiesa con abside rivolta ad est, prevedeva in origine una pianta a tre navate, modificata nel XIII secolo, quando la navatella destra fu trasformata nel lato nord del chiostro. La facciata, a salienti in laterizio con fasce orizzontali in arenaria, presenta una ricca decorazione scultorea.Il primo documento che cita la chiesa di Santa Maria di Vezzolano è del 1095, ma l’edificio attuale risale alla fine del XII secolo. Il complesso canonicale di Vezzolano, spesso impropriamente definito Abbazia, ospitava religiosi che seguivano la regola di Sant’Agostino, conobbe un lungo periodo di splendore tra i secoli XII e XIII, seguito da un lento declino, iniziato nel 1405, anno a partire dal quale la canonica fu concessa in commenda a prelati residenti altrove.

Dopo l’esproprio in epoca napoleonica, nel 1937 il complesso fu ceduto allo Stato ed è attualmente in consegna al Polo Museale del Piemonte. La chiesa con abside rivolta ad est, prevedeva in origine una pianta a tre navate, modificata nel XIII secolo, quando la navatella destra fu trasformata nel lato nord del chiostro.

La facciata, a salienti in laterizio con fasce orizzontali in arenaria, presenta una ricca decorazione scultorea. All’interno si conserva un pontile (o jubè), decorato da un bassorilievo policromo a due registri raffiguranti  la Dormitio Virginis e la Genealogia di Cristo, riferibile alla terza decade del Duecento, si segnala inoltre ai lati della finestra centrale dell’abside una scultura della fine del XII secolo rappresentante l’Annunciazione.

Nel chiostro si trovano capitelli scolpiti e un importante ciclo di affreschi databili tra metà XIII e XIV secolo, tra cui quelli della cappella dei Rivalba opera del Maestro di Montiglio con l’Adorazione dei Magi e il Contrasto dei tre vivi e dei tre morti.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.