Il cenone di San Silvestro o un pranzo del primo gennaio è praticamente impensabile senza lenticchie, per lo più in abbinamento al cotechino o allo zampone. Entrambi i prodotti secondo la tradizione portano fortuna e sono quindi chiamati in causa non solo a soddisfare il palato, ma anche a essere di buon auspicio per l’anno che si apre.
L’amore per il piccolissimo legume è biblico, nel vero senso della parola: già nel libro della Genesi si narra come Esaù in lite col fratello Giacobbe per questioni d’eredità, barattò il suo diritto alla primogenitura per una minestra rossa di lenticchie. Proteine vegetali di alto valore biologico, poco costose e molto saporite, sono i semi commestibili di piante della famiglia delle leguminose, contenuti nei baccelli.

Sono i vegetali più ricchi di proteine e hanno un alto contenuto di carboidrati. Ottima fonte di energia ma poveri di grassi sono anche indicati nelle diete ipolipidiche. Tra i loro pregi, inoltre, l’apporto di fosforo, ferro, vitamine del gruppo B e fibra. A capodanno diventano simbolo del denaro che entra in casa, come ogni elemento che per la sua forma tonda e appiattita ricorda le monetine. Ecco perché l’abbinamento perfetto è con il cotechino, lo zampone o le salsicce. Non solo perché la grassezza dell’insaccato è ben bilanciato dalla dolcezza e lieve mineralità del legume, ma anche perché insieme è il massimo dell’evocazione della buona sorte: il tipico insaccato, nutriente, grasso, speziato, sapido, caldo, sontuoso è da sempre un amuleto gastronomico contro lo spettro della fame.

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