Montegioco, Monte del Gioco, Monte di Giove, Monte del Giogo? Niente affatto; Montegioco significa Monticello. Difatti il paesello è sopra un monticello conico colla vetta smozzata. Un antico cimitero era in cornu evangeli: ne fu costruito un altro dietro la chiesa; nel 1927 fu costruito il presente; fu scelta quella località onde impedire che si portasse la parrocchia in basso. Nel 1600 tutti i cadaveri erano sepolti in chiesa. Nel 1700 quasi tutti nel cimitero. La parrocchia nel 1682 era così composta: a Montegioco fuochi 18, a Segaglíate fuochi 20, al Palazzo Busseti fuochi 13, al Pragasso fuochi 1. A Montegioco si festeggia San Fortunato perché una volta si sviluppò un furioso incendio che non potevasi spegnere per mancanza d’acqua: la popolazione pregò San Fortunato e subito scese una pioggia torrenziale che spense il fuoco. La parrocchia di Montegioco è una delle poche che lodevolmente abbiano conservato il titolo di prioria. Come per altri luoghi così era aumentata la popolazione in basso, e per la cura spirituale di essa da una ventina d’anni vi costruì una nuova chiesa da Mons. Melchiorri fu dichiarata curazia. Il paesello era ed è su un monticello conico dalla vetta smorzata ed apparteneva al distretto di Tortona. Fu coinvolta nelle lotte tra Guelfi e ghibellini e nel 1305 fu consegnata ai della Torre. Nel secolo successivo, passato a far parte del feudo di Garbagna, Montegioco fu terra imperiale sotto i Doria, ma poco dopo, insieme con Cerreto Grue, sborsando alla Camera ducale la somma di £. 2700, si rendense da ogni vassallaggio feudale. Essa si mantenne in tale stato di libertà sino al 1647, quando avendo rinunciato alla sua invidiabile prerogativa, fu venduta ai fratelli Biagio Gaetano e Carlo Alessandro Busseti, che ne furono investiti il 22 settembre 1689, entrando a far parte del marchesato di Avolasca sino all’estinzione della feudalità.

Il comune si stende sui due versanti della media Valle del Grue ed il capoluogo è situato sulla sommità di un colle alla destra orografica del Grue. La frazione Palazzo – sede comunale – è situata in posizione pianeggiante sul fondovalle ed è di aspetto più moderno. Le acque solforose con proprietà terapeutiche delle locali fonti sono note da secoli; le strutture vennero potenziate negli anni ’60 del XX secolo e costituiscono un richiamo turistico e gastronomico grazie all’annesso ristorante. Ha le frazioni: Palazzo, Piaggio, Fabbrica, Faravelia, Pragasso. Montegioco ha un castello eretto nella seconda metà del secolo XVII dalla famiglia Busseti, ora restaurato e ridotto a privata abitazione, non conserva quasi più nulla della sua originaria fisionomia: è un palazzo con pianta ad H, sormontato da una torre merlata completamente ricostruita e con gli spigoli della costruzione ornati da bertesche. Il Castello di Montegioco è una splendida fortezza edificata nella seconda metà del Seicento, appartenuta alle nobili casate dei Malaspina, degli Opizzoni e dei Busseti. Acquisito nel corso degli anni Ottanta dalla famiglia Rossi e sottoposto a un sapiente restauro sotto il vincolo delle Belle Arti, che ne ha preservato unicità e bellezza, vive in rinnovato splendore e dischiude i suoi tesori per celebrazioni selezionate. L’immenso parco secolare di trentacinquemila metri quadrati, punteggiato da antichissime ortensie, circonda il Castello come un abbraccio ed è impreziosito da una splendida fontana in pietra, in un tripudio di alberi e fiori da lasciare senza fiato: lo scenario ideale per feste e banchetti sotto le stelle, e di servizi fotografici particolarmente spettacolari. All’interno, il palazzo rivela la sua imponenza a partire dall’ampio Salone dei Ricevimenti, suggestivo e poetico, con pavimento in cotto e mattoni a vista per proseguire nella superba Sala delle Armature, ornata da grandi finestre, che permette di sentirsi sovrani per un giorno e allestire un convivio sontuoso.

Fonti storiche tratte dal sito del Comune di Montegioco e dal volume di Gian Michele Merloni

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