Attenzione, questo non è un post per coloro che raramente varcano la soglia di una chiesa per partecipare alle funzioni.

Dopo due mesi abbondanti di chiese chiuse per mancanza di celebrazioni, oggi la prima domenica in cui si può celebrare dopo il lockdown. Decido di andare a partecipare ad una funzione, una messa.

Presso la chiesa che ho scelto, c’è una porta laterale attraverso la quale si entra, c’è il portone centrale da cui si esce al termine della funzione. Ci sono due persone fuori dall’ingresso, completi di mascherina guanti e giubbino. Varcata la soglia c’è un signore che ti prende in carico e ti accompagna al posto segnato. La chiesa contiene 80 posti. Capienza ridotta di molto. Tutti rigorosamente con mascherina. Qualcuno coi guanti. Anche sull’altare hanno la mascherina. Il celebrante col volto quasi coperto mi inquieta un po’, mi mette a disagio.

Il celebrante dice: «Verrebbe da dire, bentornati».

Un incaricato dall’altare detta le regole comportamentali per i fedeli durante la funzione, lo fa anche per spiegare come ci si comporta per la comunione.

Durante l’offertorio non si raccolgono offerte, chi vuole offrire lopuò fare al termine della funzione. Non c’è la corale a cantare ma una solista accompagnata dal pianista.

Il momento della comunione

Il momento della comunione è dettato da regole precise – come ho già scritto – chi distribuisce ha la mascherina ed i guanti, chi riceve ha la mascherina e riceve sulle mani.

E, comunque, le regole sono chiare

http://www.salute.gov.it/portale/nuovocoronavirus/dettaglioNotizieNuovoCoronavirus.jsp?lingua=italiano&menu=notizie&p=dalministero&id=4793

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