La Val Borbera nasconde piccoli tesori, anche fatti di semplicità. Ed è tutta da scoprire.
Ogni volta qualcosa di nuovo si può trovare che non s’era mai visto.
Prendete ad esempio Albera Ligure, paese prima di arrivare a Cabella. Appena arrivati prima del ponte, basta svoltare a sinistra e proseguire per la strada.
Dapprima si troverà il Mulino di Santa Maria (Maletto)(XIX Sec.) nell’omonima frazione. Proseguendo a salire si arriva proprio alla frazione Santa Maria dove merita una fermata per ammirare la bellezza dell’Oratorio della Beata Vergine Maria della Neve (XVI Sec.), di cui ho già scritto un recente post.
Risalendo oltre, la strada si fa stretta, ma mai troppo da impedire la salita.
Si trova per la via l’ambiente boscato, caratterizzato dall’abbondante presenza di roverelle e pini marittimi che lasciano ogni tanto intravedere delle belle vedute panoramiche sulla circostante Val Borbera, man mano che il sentiero sale di quota.
Si arriva fino ad un’altezza di 710 m – Alta Val Borbera – ed ecco l’abitato di Vendersi, un’altra frazione. Fatta di belle case, tante in pietra, persone accoglienti e socievoli fin da subito. Qui c’è l’aria buona, salubre.
Quattro passi in una stradina dove si calpesta soltanto erba e si arriva alla chiesa dei Santi Fortunato e Matteo (X Sec.), così chiamata poiché ivi si veneravano, come oggi, le reliquie dei due Martiri.
A un centinaio di metri l’antico cimitero.
Ebbene, quest’anno a Vendersi hanno organizzato il primo raduno degli spaventapasseri.
Per la verità ci fu già un tentativo l’anno scorso, ma quest’anno è la versione ufficiale.
Pochi volontari e volonterosi stanno occupando angoli caratteristici con soggetti verosimili alla realtà. Ed ognuno ha un proprio nome! «Ne arriveranno altri» dicono gli organizzatori.
Intanto, grazie ai social si è sparsa la voce ed i visitatori – molti muniti di macchina fotografica – iniziano ad arrivare.