Ricevo – al termine di questo anno scolastico 2019/20 – una lettera via e-mail da un’insegnante. E la pubblico qui di seguito con piacere, ringraziandola per il contributo

Leggo in un articolo di Paola Mastrocola, insegnante e scrittrice : “Non so come siano riusciti gli insegnanti, in questi mesi, a continuare a fare gli insegnanti. Chiusi nelle loro case, per ore e ore davanti a un video, hanno proseguito a fare lezione, svolgere i programmi , assegnare compiti, interrogare. Un esempio di resistenza e passione …”

Non so come ho fatto, o forse sì. 

Dall’altra parte del video c’erano i visi dei ragazzini, i loro sguardi bassi, all’inizio,smarriti in  qualcosa che aveva inghiottito tutto.

La vita di ogni giorno, alzarsi, con qualche capriccio e andare a scuola.

E poi lì, insieme, partire per l’avventura quotidiana più bella, fatta di voci che leggono, voci che spiegano, parole e numeri scritti alla lavagna, ricopiati con cura.

La ricreazione sognata fin dal primo passo in aula….eccoli lì tutti davanti a chiederti senza parlare se la scuola c’è ancora.

I loro sguardi che piano piano si sono fatti più sereni ad ogni nuovo collegamento.

Le risate di quando a qualcuno si girava all’improvviso il cellulare e lo vedevi girare come sulla ruota panoramica e le parole “a pezzetti” con la connessione così così…ma fa niente, eravamo tutti lì. Ancora insieme. E se sappiamo che questa non è scuola vera, abbiamo compreso la forza del gruppo, aiutarsi a distanza.

E quando arriverà un giorno in cui questi bambini dovranno  loro stessi donare  la forza  ricevuta, comprenderanno che non tutto è stato vano. Anzi si scopriranno resilienti, capaci di ritornare come prima ma anche nuovi. Perché nulla è come prima, sospinti tutti, bambini e grandi, dove soffia questo vento nuovo….”a gara con i venti di montagna , al di sopra delle vette, Insieme volammo”. *

*(Richard Bach  “Nessun luogo è lontano”)

firmato Agnese

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