Un consiglio spassionato che mi sento di dare al lettore è di andare una sera, il tempo di un gelato ed i classici quattro passi in centro, a Castelnuovo Scrivia.

Sulla piazza principale di Castelnuovo Scrivia sorge la CHIESA PARROCCHIALE DEI SANTI PIETRO E PAOLO, imponente costruzione romanica del XII secolo, restaurata nel secolo XVI e a fine ‘800.

Notevole il portale con leoni stilofori, lunetta e capitelli, eseguiti dal magister Albertus all’epoca di Federico Barbarossa, come attesta la scritta latina che la attornia (Nell’anno 1183, al tempo dell’imperatore Federico, su progetto di Ottone Bal…, io maestro Alberto terminai quest’opera). Nell’interno, a tre grandi navate, un dipinto su tavole di Alessandro Berri, illustrante “L’Ultima cena”, un affresco del XV secolo rappresentante la “Madonna della Misericordia”, e quattro capitelli del 1100, residui della antica pieve. Nelle cappelle sono esposti altri capitelli firmati da magister Albertus. Nelle 14 cappelle laterali vi sono tele di Galeazzo Pellegrino, Tirsi Capitini, Geronimo Borghi, Pietro Grassi e Cristoforo Mina. Di grande interesse artistico la cappella del SS. Sacramento, detta anche “capella lunga”.

Di fronte alla chiesa sorge il PALAZZO PRETORIO (castello dei Torriani e Bandello) col bel porticato ogivale, bifore e arengo. Al piano superiore alcune sale con affreschi dei secoli XV e XVI. Il castello é dominato da una torre merlata, alta 39 metri, le cui strutture originarie sono antichissime. All’interno é situata la Biblioteca “Pier Angelo Soldini”, animatrice della vita culturale castelnovese.

il Municipio

Da citare assolutamente:

Matteo Bandello (Castelnuovo Scrivia, 1485 – Bazens, 1561) un vescovo cattolico e scrittore italiano del Cinquecento. Da alcuni studiosi è considerato il più importante novelliere del Rinascimento.


Ed ancora…

L’oro blu di Castelnuovo Scrivia: il Gualdo, pianta erbacea (nome scentifico Isatis Tinctoria) da cui si estraeva un colorante indispensabile a tingere di blu lane e fibre. Un’erba tintoria che, ridotta in cocagne, veniva venduta a Genova per tingere in blu le stoffe delle navi e che, successivamente, sarebbesto state utilizzate per la produzione dei blu jeans. Era una pianta molto diffusa nella pianura dell’Oltrepò, da Voghera a Tortona, la sua produzione e commercio fecero la fortuna di Castelnuovo fra il XIV e il XVII secolo, tanto che prese il soprannome di “oro blu”.

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