A causa dell’emergenza sanitaria provocata dal coronavirus non sarà questa l’estate delle manifestazioni, dei concerti, delle iniziative culturali. O comunque la loro organizzazione verrà ridotta ai minimi termini. Ma, quasi certamente, sarà anche l’estate senza feste patronali e sagre di prodotti tipici.
E sapete bene quanti prodotti tipici da cui prendono il nome le sagre. Prodotti di ogni sorta. Anche un modo per creare una vetrina alle diverse tipicità dei nostri territori.
Con le disposizioni che impediscono gli assembramenti diventa impossibile proporre un pranzo o una cena. Per organizzare una sagra o una manifestazione simile bisognerebbe osservare le stesse regole dei ristoranti con il distanziamento fisico dei tavoli e un numero ridotto di persone.
Allora ci sarebbe da valutare bene se sono sopportabili i costi economici dei mancati introiti e, comunque, non avrebbe senso vietare l’ingresso a qualcuno in iniziative che, da sempre, sono aperte a tutti. Poi si presenterebbero dei problemi organizzativi enormi per delle associazioni composte da volontari. Inoltre, c’è anche una questione etica da mettere in luce. I ristoratori sono in difficoltà: considerata l’ormai storica concorrenza attraverso le serate si rischia di creare più danni che benefici.
Certo senza feste di paese ne avranno una perdita economica i fornitori dei prodotti da bere e di quelli per la cucina, chi allestisce le strutture, le orchestre.
Sagre, ma anche fiere e congressi sono vietati dall’ultimo Decreto del Governo Conte sulla fase 3.
Bancarelle e stand posti a un metro di distanza l’uno dall’altro, sistemi di prenotazione e di registrazione degli ingressi, per avere così la possibilità di tenere un registro delle presenze per almeno 14 giorni.
Questo per permettere di risalire a chi era presente se si sviluppasse un focolaio di contagio.
Ovviamente mascherina per tutti e per tutta la durata dell’evento. Guanti monouso se si tocca il cibo nelle sagre e nelle fiere.
In Italia si stimano 42.000 sagre organizzate ogni anno, con un fatturato che si aggira sui 600 milioni di euro.
Le sagre considerate da qualcuno un groviglio di abbuffate mangerecce rappresentano, soprattutto nei borghi più piccoli, momenti importanti di aggregazione e del sentirsi comunità. Per raccontare le tue storie e ascoltare chi ti sta seduto accanto e troppo frettolosamente saluti il mattino sul pianerottolo di casa, prima di andare al lavoro. Ma non solo. Nelle programmazione non mancano gli appuntamenti sportivi e musicali. Altre occasioni per trascorrere alcuni momenti di serenità lontano dai ritmi frenetici imposti dal vivere di ogni giorno.