Lo scorso fine settimana si celebravano le Giornate Europee del Patrimonio, manifestazione ideata dal Consiglio d’Europa e dalla Commissione Europea per favorire il dialogo e lo scambio in ambito Culturale tra nazioni europee. Tra i vari luoghi visitabili ho scelto il Castello di Borgo Fornari, in Liguria.
Il castello di Borgo Fornari è raggiungibile in dieci minuti di cammino dalla via principale del paese, imboccando il vicolo detto Rian’na, proprio dove c’è il cartello che lo indica. Io, invece sono salito passando dapprima affianco all’asilo infantile, poi salendo dal parco giochi secondo un percorso detto “IL SENTIERO DEI FOLLETTI”.
Costruito dalla famiglia Fornari tra il 1121 ed il 1182 su di un’altura, quasi a sorvegliare dall’alto l’innesto tra la via del fondovalle e quella che conduceva a Voltaggio, è passato successivamente agli Spinola. Pochi anni dopo la fortezza è stata teatro dello scontro tra Spinola e Doria.
In seguito alle lotte tra Filippo Maria Visconti, alleato degli Spinola, e la Repubblica di Genova, i milanesi hanno assunto il dominio del castello, consegnandolo al Papa Martino V in relazione agli accordi di pace stipulati nel maggio del 1419. Nel 1506 le sue camere hanno ospitato Luigi XII re di Francia e successivamente Carlo V, Francesco I nel 1525, Filippo II e Massimiliano di Boemia nel 1551. La fortezza è stata oggetto di numerose trasformazioni: dapprima è stato costruito un palazzotto per la dimora estiva del feudatario marchese Carlo Spinola di Ronco Scrivia, e successivamente trasformato in un ospedale per soddisfare le esigenze dei sudditi.
Particolarmente curiosa è la torre a pianta semicircolare, di costruzione forse più antica rispetto alla struttura circostante. Non è da escludere che si tratti di una porzione residua di una prima costruzione originaria, forse ridotta per ampliare l’edificio attuale. La sua peculiarità sta nel bellissimo paramento in mattoni a vista che riveste la torre semicircolare ed il muro ad Ovest, esempio unico nelle murature dei castelli, ancora in piedi, della Valle Scrivia. Il corpo posto più a valle è quello meglio conservato, probabilmente destinato alla guarnigione, e si affaccia su un cortile protetto da muratura.
Un’altra caratteristica singolare è l’utilizzo di materiali differenti: la pietra per il basamento e per pochi elementi elevati ed il mattone per i livelli superiori.
È stato riaperto al pubblico il 14 giugno 2008 dopo un accurato restauro finanziato con fondi europei Docup 2002/2006 assegnati dalla Regione Liguria nel 2004 e con il contributo di Provincia, Fondazione Carige e di Arcalgas. Nel 2005 il Comune di Ronco Scrivia e la Soprintendenze per i Beni Architettonici e Archeologici della Liguria hanno dato il via al progetto di restauro e valorizzazione: è stata avviata una indagine per verificare ed indagare le diverse fasi di vita del castello e gli oggetti della cultura materiale da essa prodotti.
I dati raccolti hanno permesso di ipotizzare una più complessa articolazione degli spazi all’interno del castello ed una loro evoluzione testimoniata dall’alternarsi di azioni di costruzione, distruzione e ristrutturazione.
Il progetto ha previsto anche la realizzazione nei locali del Castello di un Museo didattico della Cultura Medievale. Attraverso la ricostruzione di scene di vita quotidiana realizzate con l’ausilio di documenti, fonti letterarie e iconografiche coeve alle varie fasi di vita del castello, in collaborazione con l’I.S.Cu.M. (Istituto di Storia della Cultura Materiale), hanno ricreato all’interno della struttura l’atmosfera medievale. Il carattere principalmente didattico del museo è testimoniato dal fatto che il primo piano è interamente occupato da una biblioteca, una sala audiovisiva e da laboratori didattici.
Nel piano superiore, invece, è stato allestito un percorso museale corredato da diorami e pennelli didattici che illustrano le attività artigianali e la vita quotidiana di una famiglia in età medievale. All’ingresso sono presenti due diorami il primo rappresenta un muratore all’opera mentre nell’altro è riprodotta una scena di vita all’interno di una casa medievale: una donna che fila e il bambino che riposa al piano superiore. Un pannello è dedicato alle tecniche di costruzione di una casa di epoca medioevale, i suoi ambienti e gli oggetti che ne erano l’arredamento principale. Nelle sale successive sono riprodotti i sistemi di sussistenza dell’uomo medievale rappresentati dalla ricchezza del bosco, della terra e dell’allevamento. Ampio spazio è dedicato all’alimentazione. È stata allestita una cucina dove oltre agli arredi sono presentati anche gli elementi tipici della alimentazione pre e post colombiana. Infine una sala è stata dedicata ai riti alle feste che scandivano la vita dell’uomo medievale. Inoltre al piano inferiore sono presenti alcuni pannelli che illustrano la struttura, gli interventi di restauro e scavo archeologico di cui è stato oggetto il Castello.
Ecco, personalmente ho trovato il castello parecchio malconcio rispetto ad altri più in salute. Peccato che abbia avuto una sorte ed una storia non troppo felice. Difficile metterci mano per un ulteriore restauro. Di antiche mura rimane poco in alcuni tratti.
Ecco un bel video da Youtube