Quest’oggi, per l’ultima volta prima dell’inverno, la Delegazione FAI di Alessandria ha reso possibile la visita al pubblico della chiesa Gardella nel parco di quello che oggi è il Centro di Riabilitazione “Borsalino”. All’ingresso viene richiesto di firmare per i Luoghi del Cuore e sostenere LA CHIESA per poterla ristrutturare.
Ecco un pò di storia
Nel 1929 il Consorzio Provinciale Antitubercolare incaricò lo studio Arnaldo Gardella e Luigi Martini di Milano per la realizzazione di un sanatorio da costruire a pochi chilometri dal centro urbano di Alessandria.
L’impostazione generale del progetto è basata su una razionale risposta a esigenze funzionali, quali la rigida suddivisione dei sessi, la centralità dei servizi medici e amministrativi, la pratica dell’elioterapia.
Dietro al corpo centrale dell’ospedale i due progettisti inseriscono anche una piccola chiesa, oramai riconosciuta come “opera prima”, che presenta volumi inusuali prodotti dalla fusione di solidi geometrici – cilindro e parallelepipedi – incastrati tra loro secondo linee convergenti. Annessa alla chiesa è anche un’innovativa e razionale camera mortuaria, ancora visitabile.
La piccola chiesa è caratterizzata da una rigida simmetria mirata a tenere separati gli uomini dalle donne, nel rispetto della normativa dell’epoca: due distinti ingressi portano all’interno, dove un massiccio muro suddivide longitudinalmente la navata. Insolitamente, la planimetria è contraddistinta dai muri perimetrali che convergono verso la zona presbiteriale dove il muro absidale presenta dei “tagli” nella muratura a introdurre suggestive lame di luce.
L’altare è illuminato zenitalmente da un lucernario circolare. Il lessico adottato riassume gli stilemi razionalisti: la copertura è piana e priva di cornicioni, il deambulatorio che ricalca la zona absidale si poggia su esili colonnine con struttura metallica, i prospetti, denudati completamente da qualsiasi elemento decorativo aggiunto, trovano nel candore dell’intonaco, l’elemento maggiormente caratteristico.
Ma è la torre campanaria l’elemento che maggiormente caratterizza l’edificio e che denuncia, in maniera forte e perentoria, l’adesione a un nuovo modo di “fare architettura”. La torre è posta in facciata e ne diventa l’unico elemento peculiare. La parte terminale è completamente svuotata e lascia spazio a un traliccio in cemento armato che trova nella funzione di sostenere la campana, la ragione della sua forma. Il tema della struttura a traliccio, tornerà dopo pochi anni nell’architettura gardelliana, e in particolare nella Torre per la piazza del Duomo a Milano (1934), progetto non realizzato, ma tra i più importanti del razionalismo italiano.
Qualche riflessione prima di allontanarmi. La chiesa non ha un gran valore dal punto di vista artistico, piuttosto per quello che è il legame storico con quello che ora è il Centro di Riabilitazione “Borsalino”.
La camera mortuaria con annessi e connessi – di cui ho risparmiato di riprodurre immagini – è un uno stato poco edificante, ma richiama chiaramente ad un’altra epoca.
Lo stato della chiesa è riprodotta in qualche fotro qui pubblicata. Mancano i confessionali. E’ decisamente spoglia.
Un volontario che fa da guida dice: «Basterebbero 50.000 euro per potergli dare una sistemata e renderla almeno più agibile».
Ne prendiamo atto, magari passando il messaggio di firmare per supportare l’iniziativa del FAI di Alessandria.
https://www.fondoambiente.it/luoghi/l-ospedale-e-la-chiesa-di-ignazio-gardella?ldc