Quest’oggi, Michele Negruzzo, Presidente dell’Associazione Albergatori e Ristoratori delle Valli Borbera e Spinti, a mezzo della pagina Facebook dell’Associazione, ha espresso qualche giusta considerazione che ha fatto seguito al più recente DPCM entrato in vigore proprio nella giornata odierna.
Queste le sue parole
Dopo che ci siamo adeguati con divisori, cartellonista, gel igienizzanti, percorsi, etc; dopo che abbiamo ridotto i coperti; dopo che ci siamo organizzanti con i turni; dopo che abbiamo “schedato” i nostri clienti; dopo che abbiamo imparato a fare anche i “vigili” nei nostri locali; dopo che ci siamo sentiti apostrofare anche a mali parole; dopo che siamo stati derisi perché facciamo rispettare le regole…ecco che è arrivata “la potenza di fuoco”: chiusura alle 18 e addirittura “resta sempre consentita la ristorazione con consegna a domicilio, nonché fino alle ore 24,00 la ristorazione con asporto”.
Tutti noi perdiamo il servizio della cena che equivale a dire almeno al 50% ; altri di noi che fanno solo servizio serale perdono addirittura il 100%.
Nelle nostre seppur splendide valli e nei nostri meravigliosi paesi vi lasciamo immaginare l’incidenza della consegna a domicilio data la densità di popolazione; idem riguardo all’asporto anche se potrebbe avere un minimo di incidenza nei fine settimana, ma non crediamo siano queste “concessioni” a fare la differenza.
I nostri locali, rispettando le distanze etc, hanno una capacità di accoglienza attuale, per esempio, di 40 persone, all’ora di pranzo è consentito, perchè sono sicuri; alle ore 20, con gli stessi criteri, non sono più sicuri.
Avreste potuto ascoltare il nostro settore, avreste potuto ridurci ancora di più i coperti serali, si sarebbero potuti spalmare i coperti in più turni per evitare assembramenti, si sarebbe potuto lavorare solo ed esclusivamente su prenotazione.
Ragionando con chi è sul campo avreste potuto trovare delle soluzioni eque e condivise; soprattutto si sarebbe potuta evitare la chiusura alle ore 18 che comporta il serio rischio per tanti di noi di trovarsi in grave difficoltà.