Prima di addentrarmi in questo luogo sacro vorrei citare un po’ la storia passata, fino a più di un secolo fa.

Partiamo dalla presenza dell’Esercito Britannico in Valle Scrivia tra Arquata e Libarna nel periodo 1917 – 1919, della Base Operativa dell’Esercito Britannico di supporto alle truppe impegnate al fronte in aiuto alle truppe italiane dopo la rotta di Caporetto, ad Arquata Scrivia in località Le Vaie e Campora e nella stessa città di Arquata fino a Rigoroso ed in località Libarna nel comune di Serravalle Scrivia.

Tale campo, progettato per contenere fino a 60.000 soldati, arrivò a contenerne 36.000 in conseguenza del fatto che delle 5 divisioni previste sul fronte italiano, 2 furono dirottate in Francia grazie alla “miracolosa” strenua resistenza delle riorganizzate truppe italiane sulla linea del Piave al comando del Generale Armando Diaz.

Il piccolo cancello d’ingresso

Le restanti tre furono schierate sul Montello da Nervesa a Ciano-Rivasecca Crocetta con sede del comando a Fanzolo.

Il campo conteneva: magazzini di materiali di ogni tipo, bellico e non, necessari per le truppe impegnate sul fronte di battaglia, officine di riparazione automezzi-motocicli per e da il fronte, depositi di cavalli per i reparti di Cavalleria nonché alloggiamenti per i prigionieri austro-ungarici che furono anche utilizzati come lavoratori nelle varie officine del campo e come braccianti nella locale agricoltura.

L’odierno Palazzo Spinola, sede del Comune, ospitò il Comando Britannico; la vecchia chiesa di Sant’Antonio divenne uno spaccio per tabacchi, marmellata e scatolette; la Società Operaia di Mutuo Soccorso divenne la “House of British Soldier”; la fornace delle Vaie (ora demolita) divenne il panificio militare. Quasi di fronte alla Cappelletta della Madonetta alle Vaie, per iniziativa del cappellano inglese, oriundo romano, Don Umberto Bertini venne costruita la “Casa del Soldato Italiano”.

La struttura era totalmente autosufficiente, dotata di panificio, lavanderia, mensa, ospedale e servizi vari. Alla fine del conflitto si contarono 94 deceduti Britannici, essenzialmente per malattia (febbre spagnola) o incidenti, che riposano nel Cimitero di Guerra del Commonwealth Britannico, estensione del cimitero comunale ad Arquata e 62 deceduti Austro-Ungarici che, inizialmente tumulati nel cimitero comunale di Arquata, nel secondo dopoguerra, furono riesumati e trasferiti in cimiteri di guerra austriaci. Altri prigionieri Austro-Ungarici erano rinchiusi nella Fortezza di Gavi; di questi 6 perirono. Una lapide apposta nel Cimitero di Gavi li ricorda.

Nel 1923, in previsione della visita reale del 13 maggio di quello stesso anno, il cimitero venne ristrutturato dall’architetto inglese sir Robert Lorimer. Alla data stabilita, il British War Cemetery venne in effetti visitato dal re Giorgio V in persona. Il Re, accompagnato dalla regina Mary e dal grande scrittore premio Nobel Rudyard Kipling (che era stato nominato Commissario delle tombe di guerra del Regno Unito), venne scortato da un plotone dell’Esercito e dalla banda del Reggimento in uniforme da parata. Ad accoglierlo fu il sindaco di allora, parecchie autorità e la compiaciuta ma quasi incredula, popolazione locale.

All’interno del cimitero ho trovato scritto che Arquata era una base piuttosto grande, munita di un centro ospedaliero, situata sulle linee di comunicazione britanniche. Il cimitero britannico adiacente al cimitero comunale contiene 93 tombe britanniche ed una delle Indie occidentali.

Questo cimitero è stato costruito ed è curato dalla Commonwealth War Graves Commission

In fondo al cimitero si trova il Visitors Book, con queste avvertenze:

IT IS REGRETTED THAT IT IS NOT POSSIBLE TO KEEP THE CEMETERY REGISTER IN THIS BOX AT ALL TIMES, BUT ASSISTANCE MAY BE OBTAINED FROM THE CEMETERY STAFF DURING NORMAL WORKING HOURS.

ADRESSED TO THE

COMMONWEALTH

WAR GRAVES COMMISSION,

VIALE F.T. MARINETTI 221

00143 ROMA

tralascio l’indirizzo, ma trascrivo il sito www.cwgc.org

Lapide laterale con questa scritta: “L’impero britannico sempre ricorda unitamente ai suoi figli caduti quelli d’Italia che hanno dato la loro vita nella Grande Guerra 1914-1918”

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