Domani sarà il solstizio d’inverno, corrispondente al giorno più più buio dell’anno, da lì in poi le giornate iniziano ad essere più luminose. Questo avvenimento segna infatti il limite in cui è minima la durata delle ore diurne, mentre è massima quella delle ore notturne. Questo fenomeno, che si verifica ogni inverno è determinato dall’inclinazione dell’asse terrestre rispetto al piano di rivoluzione della Terra.
Quest’anno il solstizio d’inverno capiterà lunedì 21 dicembre. Varrà la pena farci caso, poiché il sole sorgerà più tardi del solito e tramonterà prima. Il solstizio d’inverno, però, non è soltanto il giorno più buio dell’anno ma anche il giorno che inaugura un altro importante fenomeno: dal 22 dicembre, infatti, le giornate torneranno ad allungarsi, fino a raggiungere l’equinozio di primavera che cadrà il 20 marzo 2021.
Il giorno in cui cade il solstizio d’inverno cambia ogni anno. Nel 2020, precisamente si verificherà il 21 dicembre alle 10.02 (ora UTC). Cosa accadrà in questo istante preciso? Che il sole, nel suo itinerario che percorre osservato dalla Terra, toccherà il punto più basso.
Solstizio è una parola di origine latina, composta da “sol” (che vuol dire Sole) e “sistere” (che significa fermarsi). Tradotto significa “il sole che si ferma” e, infatti, nel giorno del solstizio d’inverno il sole cessa di scendere rispetto all’equatore, dando appunto l’impressione di fermarsi. Eppure, proprio domani, sarà il momento in cui avverrà una tripletta di eventi astronomici; con il solstizio d’inverno – che è anche il giorno più breve dell’anno – saluta un fenomeno che non si osservava da circa 400 anni: Giove e Saturno vicini come lo sono stati solo nel 1623, quando erano ancora in vita Galileo e Keplero. La congiunzione dei due pianeti é stata probabilmente la ‘stella’ di Natale che, secondo il racconto dei Vangeli, avrebbe guidato i Magi.
Il solstizio è previsto alle ore 11,02 italiane e segna l’inizio dell’inverno. In questo giorno il Sole nel suo movimento apparente lungo l’eclittica, ovvero la proiezione nel cielo dell’orbita della Terra, raggiunge la posizione più a Sud rispetto all’equatore celeste, che é la proiezione nel cielo dell’equatore terrestre. Ciò fa sì che nel giorno del solstizio invernale l’arco corrispondente al cammino del Sole al di sopra del nostro orizzonte boreale sia il più modesto dell’anno e, di riflesso, ci regala la notte più lunga.
Il solstizio è salutato dalla rara congiunzione tra Giove e Saturno, che sono così vicini da poter essere osservati insieme nel campo di un telescopio. Naturalmente è un avvicinamento apparente, visibile dalla Terra. Il fenomeno potrebbe essere la stella di Natale dei Vangeli. Nel 7 a.C la congiunzione tra i due pianeti è avvenuta addirittura tre volte e fu Keplero a suggerire che i Magi si siano ispirati ad essa, anche perché la durata della triplice congiunzione richiede mes.
Nei Vangeli, inoltre, non si parla di cometa ma di stella. A darle la ‘veste’ di cometa é stato Giotto affrescando la scena dell’Adorazione dei Magi nella cappella degli Scrovegni, raffigurò una bellissima cometa, con grande verosimiglianza perché egli stesso aveva visto il passaggio della cometa di Halley e si ispirò evidentemente a quella visione.
La congiunzione fra Giove e Saturno è uno spettacolo da non perdere e per osservarlo al meglio è forse meglio aspettare che il Sole tramonti e guardare in quella direzione. Verso le 17,00 si potrà cominciare a vedere i due pianeti vicinissimi. Il momento clou è previsto tra le 17,30 e le 18,30 del 21 dicembre. E’ importante cercare un luogo con l’orizzonte a Sud-Ovest libero. Il fenomeno é visibile a occhio nudo, ma con un piccolo telescopio é possibile vedere gli anelli di Saturno e le lune di Giove.