A te lettore, chissà quante volte sarai già passato su quella strada che porta a Montemarzino, Comune dei Colli Tortonesi. A me capita davvero raramente.

Però, dopo aver visitato Montemarzino ho fatto tappa alla frazione Reguardia, famosa per una chiesetta, ma ancor più per un olmo davvero grande.

Così era! E quando mi sono recato lì non c’era più la grande pianta, ma soltanto il tronco tagliato fino ad una cera altezza.

Eppure il cartello sulla strada indirizza ancora lì, a visitare quella che era una rarità ed un’attrattiva non così frequente.

Ma nel 2016 proprio LA STAMPA diceva che:

La Val Curone ha un altro gigante malato. Dopo la «dipartita» della secolare Roverella di Monleale, ora tocca all’Olmo della Reguardia di Montemarzino fare i conti con un avversario tenace. Nella piccola frazione di fronte alla chiesetta, svetta questo maestoso Ulmus minor alto oltre 26 metri (e 350 cm di circonferenza), un guardiano delle colline circostanti, visibile anche da molto lontano, ultimo rappresentante di come era il paesaggio delle colline alessandrine prima dell’avvento della grafiosi, malattia fungina originaria dell’Asia che molti ricordano per essere stata la causa della morte di oltre 5 milioni di olmi lungo tutto lo Stivale. Un fungo è l’agente scatenante di questa malattia: inizia il proprio ciclo nella corteccia delle piante sub adulte, bloccando i vasi che trasportano la linfa alle foglie. Inibendo il trasporto di acqua e sostanze, la pianta comincia a ingiallire e i suoi rami seccano facendo progredire l’asfissia sino all’apparato radicale.

Alla Reguardia non molto tempo fa, un grosso ramo si era spezzato e dopo diverse segnalazioni, regione e gli enti di tutela si sono attivati per arrestare il decorso. A loro infatti compete intervenire, data la sua iscrizione nell’albo delle piante monumentali del Piemonte. Della sua maestosa chioma rimangono soltanto le immagini di alcuni anni fa. L’intervento fitosanitario anche attraverso l’installazione di tubicini che portavano i medicamenti sino alla cima, hanno soltanto rallentato il fungo, senza però debellarlo.

Potato e messo in sicurezza anche per preservare abitanti e vicine strutture, ora giace inerme in attesa degli eventi. Il suo destino però non pare roseo, anzi l’aspetto attuale è quello di un gigante sofferente. Purtroppo la malattia nuovamente visibile su molti alberi circostanti lo ha intaccato e come lui, centinaia di esemplari anche di oltre dieci metri stanno progressivamente seccando”.

E sul sito del Comune di Montemarzino c’è ancora l’evidenza dell’olmo così grande. E’ passato alla storia.

Un’immagine tratta da un sito della Provincia sui sentieri del territorio

L’esemplare è situato nei pressi della chiesa della frazione Reguardia di Montemarzino. L’olmo campestre (Ulmus minor Mill.) rappresentava un tempo un elemento costante del paesaggio agrario italiano, ma l’avvento di una temibile malattia fungina, la cosiddetta “graziosi”, ha causato la morte di gran parte delle alberate e degli esemplari più significativi appartenenti a questa specie, consentendo la sopravvivenza della stessa quasi esclusivamente allo stato arbustivo.

La proposta di apposizione del vincolo è dovuta in particolare alle seguenti considerazioni:        

Dimensioni: l’altezza pari a 28 m e la circonferenza di 350 cm rappresentano limiti dimensionali ormai difficilmente raggiungibili da questa specie e fanno dell’esemplare di Montemarzino uno dei più grandi olmi campestri segnalati in Piemonte.         


Valore paesaggistico: l’albero, posto accanto alla chiesa in cima alla collina su cui giace Reguardia, è visibile da molto lontano e rappresenta una testimonianza di come era il paesaggio delle colline alessandrine prima dell’avvento della graziosi.

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