Il nome di Carbonara deriva da carbone ossia fabbrica di carbone di legna. Chiaramente, quella Carbonara non è l’attuale. Perché questa fu edificata dai Visconti alla fine del 1300 come fortezza e difesa di Tortona. Qui si trasportò la popolazione della prima Carbonara.

Carbonara assunse l’aggiunto di Scrivia quando la capitale da Torino fu trasportata a Firenze. Il territorio di Carbonara era attraversato dalla via Postumia; di fronte al mulino nuovo si parla dell’esistenza di un grosso pilone, monumento funebre romano.

Una strada romana partiva dalla Scanora, vicino alla cartiera, e si indirizzava verso l’Ossona e seguiva il piano fino alla collina ove sorge Olmeluco (Ulmelucus). Qui saliva la collina e diritta andava fino vicino a Paderna che allora non esisteva ancora.

Coll’angolo retto saliva sulla collina e con un altro angolo retto che sfocia di fronte al cimitero di Paderna e quindi diritto scende a Cornegliasca e sale ad Elexi ora San Biagio.

Ai piedi dell’altopiano sul quale sorge Carbonara si trova la via, ora campestre, dai vecchi denominata Strada di Piacenza, perché saliva sul colle fra Tortona e Sarezzano, scendeva a Viguzzolo, andava a Codevilla e si dirigeva a Piacenza.

E’ tradizione che in questa via passassero le lacere truppe spagnole che si disperdevano poi nei campi in cerca di radici mangiabili. Spalle di ponte furono trovate sull’Ossona, sul Magarotto e sulla Vaccarezza (o Vaccaruzza?), segno che proprio là passava la strada.

Notizie religiose su Carbonara Scrivia

Parlando di San Martino il riferimento è ad una chiesa antica. Questa chiesa esisteva fuori dal paese in un luogo ancora detto S. Martino. Di essa rimane un prezioso Polittico su legno con la data risalente al 1495. Altri due scomparsi si trovano menzionati nelle visite pastorali antiche.

La Chiesa fu trasportata nell’interno del paese nella seconda metà del 1500, come risulta dalle visite di Monsignor Matteo Gambara. La Chiesa attuale fu edificata sul sito di quella precedente nel 1780. Il lussuoso pavimento marmoreo odierno fu donato dal Signor Ing. Eugenio Gualdi nel 1953 il quale successivamente ha donato la somma occorrente per la costruzione del Palazzo Civico con antistante piazzale e con la demolizione della vecchia sede comunale.

L’altare laterale in cui si celebrano le funzioni ora che non è praticabile quello centrale
Uno scorcio dell’altare centrale, oggetto di lavori

Da fonte storica, che è nelle parole di Mons. Clelio Goggi, risulta che la “facciata” della chiesa è stata rinnovata nel 1972 per interessamento del prevosto Don Fiorentino Tacchella. Il Prof. Frascaroli di Alessandria nel progetto di restauro non mancò di conservare gli elementi caratteristici largamente imitati negli edifici religiosi di questo periodo dall’architettura del 1500: quattro maestose lesene a ordine unico, coronate da un frontone, con una base e uno zoccolo interamente rifatti in travertino, opera di Galli Martino di Tortona e dell’impresa edile Borgoglio di Carbonara.

Un altro scorcio con l’altro altare laterale
Sopra, il polittico

Il timpano a forma triangolare, che si eleva sulle lesene, a coronamento del tetto, decorato con un mosaico della ditta Oderico di Torino, che raffigura il Buon Pastore.

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