Una definizione? Fortunago è il rifugio ideale per ritrovare emozioni che si credevano perdute. Non ci vuole molto ad arrivarci, si scollina facilmente lungo il percorso e si godono ottimi panorami immersi nel verde.
Attraversato a sud dal torrente Ardivestra, il comune di Fortunago sorge nell’Oltrepò Pavese, tra i comuni di Borgoratto Mormorolo, Ruino, Val di Nizza, Montesegale e Borgo Priolo. Fortunago, di origine romana, storicamente nota fin dall’alto Medioevo, fu capoluogo di un vasto marchesato, passato nel 1548 ai Malaspina e durato fino alla fine del Settecento.
In quell’epoca era uno dei principali centri dell’Oltrepò collinare. In cima al colle si instaurava il castello, degno esempio dell’architettura del tempo, di cui oggi se ne conservano solo i resti.
La chiesa che domina la sommità collinare risale al 1644, mentre l’edificio dell’attuale sede municipale sorse probabilmente come casa forte. La parte antica del paese è splendidamente conservata, grazie ai continui ed attenti interventi di ristrutturazione e manutenzione, rendendo Fortunago uno dei luoghi più pittoreschi e panoramici dell’intero Oltrepò.
Le origini sono antiche, come testimoniano i resti del castello e delle mura di cinta nella parte alta del paese. Il nome, Fortunago, data la presenza del suffisso “-aco”, risalirebbe, secondo alcuni studiosi, alla dominazione celtica e significherebbe “casa presso l’acqua”; questa tesi è avvalorata peraltro dall’esistenza di una sorgente di acqua. FORTUNACUM è invece la forma latina che compare per la prima volta in un documento della metà del X secolo, in cui si fa riferimento alla sua appartenenza al comitato di Tortona. Passato alla famiglia Malaspina nel 1164, divenne in seguito proprietà dei Dal Verme, ai quali subentrò, sul finire del XV secolo, Gerolamo Riario. Nel 1546, tuttavia, i Malaspina riuscirono a riaverne il possesso, conservandolo fino alla seconda metà del Settecento.
Quattro passi per il Borgo
Chi si avvicina al paese può notare da subito la disposizione delle abitazioni arroccate sul pendio ripido di un colle, tipica del borgo medievale, con la chiesa ed il palazzo del comune che dominano dall’alto. Sulle viuzze, strette e chiuse tra antichi muri in pietra, si affacciano caratteristiche case in sasso, sapientemente restaurate e conservate nel loro antico aspetto. Davanzali, logge, balconi e giardini fioriti ravvivano il grigio delle pietre con delicate macchie di colore.
Raggiunta la parte alta del paese ci si trova su di un gran piazzale erboso, verdissimo, ben curato, adorno di alberi e di siepi di ortensie in fiore. Qualche panchina, una fontanella in pietra, alcuni giochi per bambini, la presenza maestosa della Chiesa Parrocchiale, del palazzo comunale e di belle case in sasso, incantano il visitatore che non nasconde lo stupore per tanta bellezza. L’assenza di traffico, la vista di un panorama collinare che si estende fino al castello di Montalto Pavese, suscitano un sorprendente ed appagante sensazione di pace.
La parte bassa del borgo non è meno interessante: ad attirare subito l’attenzione del visitatore è l’antichissima chiesetta di Sant’Antonio (l’Oratorio), anch’essa in pietra e in mattoni a vista, molto ben conservata ed utilizzata quotidianamente per la celebrazione della S. Messa vespertina.
A pochi passi dall’Oratorio, sul grande piazzale antistante il nuovo ufficio postale, ci si può rilassare tra il verde di alti pini e tra profumatissime aiuole di lavanda. Un piacevole ristoro lo si può trovare attingendo, dalle fontanelle, acqua sorgiva freschissima, regolarmente analizzata e controllata, dalle proprietà minerali e nelle due versioni: liscia o gassata (così dice il Comune). Proseguendo oltre per la visita al paese si giunge al centro sportivo, ritrovo per giovani e meno giovani, dove è possibile praticare il tennis ed altre attività sportive. Anche quest’area è attrezzata con alberi, panchine, servizio bar, parcheggio, fontanella.
Le informazioni a completamento del pezzo sono tratte dal sito internet del Comune