Oggi, 21 giugno, è la data del solstizio d’estate.
Vuol dire l’inizio della stagione estiva astronomica nell’emisfero boreale.
In pratica segna il momento esatto in cui il Sole raggiunge il punto di declinazione massima lungo l’eclittica, un fenomeno che – per dirla in parole povere – si traduce nella giornata più lunga dell’anno, ossia con il maggior numero di ore di luce nell’arco delle 24 ore. Questo momento dell’anno non ha una data fissa: quest’anno cade il 21 giugno.
Le variazioni dipendono dalla differenza che c’è tra il nostro calendario (detto gregoriano), lungo 365 giorni, e il tempo impiegato realmente dalla Terra per completare il proprio giro intorno al Sole, pari a 365 giorni, 6 ore, 9 minuti e 6 secondi. A voler essere ancora più precisi, la discrepanza effettiva si riduce poi a 5 ore 48 minuti e 46 secondi a causa della cosiddetta precessione degli equinozi, un movimento molto lento della Terra simile a una trottola, che sottrae a quelle 6 ore un altro po’ di minuti.
Per evitare il progressivo scollamento tra il calendario gregoriano e il ciclo delle stagioni è stato inventato l’anno bisestile, che ogni quattro anni riaggiusta le cose aggiungendo un giorno al mese di febbraio (arrotondando: 6 ore x 4 = 24 ore).
Il risultato è che il solstizio di estate (così come quello di inverno) può cambiare data, anche se la maggior parte delle volte capita il 21 giugno. A tale riguardo, da qui ai prossimi dieci anni lo ritroveremo il 20 giugno nel 2024, nel 2028 e nel 2030.
Ora, dopo aver messo lì un po’ di numeri per raccontare della data che dà l’inizio all’estate, vorrei citare il Santo di oggi, perché un po’ mi tocca. Ecco, mi fa venire alla mente mio padre, che si chiamava Luigi, proprio come San Luigi Gonzaga.
Figlio del marchese Ferrante Gonzaga, fin dall’infanzia il padre lo educò alle armi, tanto che a 5 anni già indossava una mini corazza ed un elmo e rischiò di rimanere schiacciato sparando un colpo con un cannone. Ma a 10 anni Luigi, che era nato il 19 marzo del 1568, aveva deciso che la sua strada era un’altra: quella che attraverso l’umiltà, il voto di castità e una vita dedicata al prossimo l’avrebbe condotto a Dio.
A 12 anni ricevette la prima comunione da san Carlo Borromeo, venuto in visita a Brescia.
Decise poi di entrare nella compagnia di Gesù e per riuscirci dovette sostenere due anni di lotte contro il padre. Libero ormai di seguire Cristo, rinunciò al titolo e all’eredità ed entrò nel Collegio romano dei gesuiti, dedicandosi agli umili e agli ammalati, distinguendosi soprattutto durante l’epidemia di peste che colpì Roma nel 1590. In quell’occasione, trasportando sulle spalle un moribondo, rimase contagiato e morì. Era il 1591, aveva solo 23 anni.
Auguri a chi porta questo nome!