Oggi è l’anniversario della fine della “battaglia di Pertuso” che dal 22 al 24 agosto 1944 infiammò la gola delle “strette”, poco dopo Borghetto.
Pertuso è una piccola frazione del Comune di Cantalupo Ligure sito all’imbocco della valle Borbera. Naturale porta avendo a destra della carrabile una stretta ed alta gola che fa da letto al selvaggio ed impetuoso torrente Borbera ed a sinistra le scoscese roccie del RivaRossa.
La via a pochi km delle prime case dell’abitato percorre un alto ponte detto del Carmine ma da allora chiamato dai valligiani “ponte rotto” perché i partigiani decisero di farlo saltare dopo la battaglia.
Proprio per questa posizione strategica era una delle porte di accesso della zona libera “Repubblica di Torriglia” molto fastidiosa per la ritirata tedesca essendo sita sull’Appennino alle spalle di Genova tra la città ligure appunto e Alessandria Piacenza.
Perciò gli alti comandi germanici decisero di attaccare nelle prime ore del mattino del 24 agosto 1944. La 162 divisione
Wehrmacht Turkestan e gli allievi ufficiali GNR della scuola di Novi Ligure iniziarono la battaglia nei pressi del ponte contrastati dai partigiani garibaldini della Cichero del comandante Franco Anselmi “Mauri”, la brigata Capettini, il distaccamento Verardo comandato da Pinan e il distaccamento Peter al comando di Scrivia.
La battaglia, che avvenne presso le Strette di Pertuso, cominciò quando, dopo il fallito tentativo di occupare l’alta val Borbera il 22 agosto 1944, il 24 agosto le forze nazifasciste tentarono di rioccupare l’alta valle sotto il controllo delle bande partigiane, anche per tentare di contrastare gli avio-lanci alleati e, se possibile, tentare di catturare la missione americana in zona di operazioni (nome in codice Walla-Walla, tredici soldati comandati del ten. Wheeler e dal suo vice ten. Smith).