Oggi, nel tardo pomeriggio, si presentava, al Santuario della Madonna della Guardia di Gavi, un libro riguardante un voto che fece tanto tempo fa Giacomo Bertelli. Ed il lettore si chiederà a questo punto: chi era Giacomo Bertelli? Lo sapevano bene coloro che erano presenti in chiesa e di certo lo sanno tanti gaviesi.
Il professor Luigi Pagliantini era ad introdurre e poi a moderare la presentazione di questo libro, dal titolo: “Il voto di Giacomo Bertelli”. Accanto a lui gli autori: Angelo Allegro, Rosa Maria Dameri e Giacomo Montanari. Il volume è edito dalla Fondazione Padre Rossi ONLUS ed il ricavato andrà proprio in favore della Fondazione.
“Le ricerche iniziali sono partite con lo studio dell’albero genealogico e la traccia da seguire era il cognome Bertelli. L’inizio nel 1661, scoprire la vita di quei tempo e le diverse le aspettative di vita”, così dice Rosa Maria Dameri.
E ancora: “Giacomo Bertelli nasce nel 1697. A quasi 50 anni fa costruire la statua e la cappella dove metterla”. Luigi Fasce scultore genovese del settecento con bottega a Ovada è l’autore dell’opera. Giacomo Montanari lo definisce: “Uno scalpello “maraglianesco” per la Madonna della Guardia di Gavi”.
L’idea di costruire la chiesa sul Colle dei Turchini nacque durante l’assedio di Gavi da parte degli austriaci, durante a guerra di secessione austriaca (1741-1748). Il paese di Gavi, che era sotto la Repubblica di Genova, quel 29 agosto 1746 venne bombardato e Giacomo Bertelli, che abitava nel rione di Borgonuovo, rivolse un voto alla Madonna ritratta in quella strada che ora è via Cavour, dicendo: “Se mi salva la casa dalle bombe ne costruirò una per lei”.
La casa si salvò davvero e Bertelli fece costruire una statua, venne sistemata in una cappella sul monte di Forneto. Per 50 anni la statua divenne luogo di devozione, ma nel 1799 la cappella venne fatta abbattere dai francesi: questo per timore che potesse essere utilizzata dai nemici austro russi come postazione per bombardare Gavi. La statua della Madonna iniziò così a girovagare in diverse chiese e conventi, finché il 16 agosto 1861 venne collocata nel santuario della Guardia, costruito dopo tante vicissitudini.
Mi è piaciuto ascoltare l'intervento del prof. Giacomo Montanari, in particolare quando ha detto che le opere le opere d'arte sono dei segni sul territorio. L'arte è un modo di comunicare. Il nostro territorio è ricco di capolavori relativi a persone, a comunità o legati a episodi storici.
C'erano parecchie persone presenti alla presentazione, compreso il sindaco di Gavi, attente ed interessate.