E’ il tardo pomeriggio di giovedì 23 settembre, a Novi Ligure – nel Salone di Rappresentanza di Palazzo Pallavicini – si apre una serie di eventi legati alla “Festa della moneta e delle fiere di cambio” con la presentazione del volume “Novi e i suoi palazzi. Sistemi insediativi dell’aristocrazia genovese tra Seicento e Settecento” di Daniela Barbieri (Sagep, 2021). A cura di Sagep e Lions Club Novi Ligure.
Daniela Barbieri è Funzionario Architetto (F1 – III area) – Contratto a tempo indeterminato Direzione Regionale Musei Liguria con sede a Palazzo Reale di Genova (via Balbi 10) In qualità di funzionario architetto cura la manutenzione dei beni, le attività connesse alla gestione delle aree, gli allestimenti, progetta interventi di restauro e supporta i direttori dei siti nelle manutenzioni e nei restauri.
Sta per iniziare, è quasi passato il quarto d’ora accademico, e con gran soddisfazione degli organizzatori il Salone è pieno di presenze curiose di ascoltare che si parli di Novi e dei suoi palazzi storici.
Il primo intervento della serata è di Luca Picollo, presidente Lions Club di Novi Ligure 2020/2021, che lascia poi la parola al Sindaco di Novi Ligure, Gian Paolo Cabella. Il Primo Cittadino sostiene che: «Pochi conoscevano le fiere di cambio». La frase giusta per evidenziare l’opportunità della “Festa della moneta e delle fiere di cambio”. Ancora, si complimenta con l’Assessore alla Cultura: «La sala piena testimonia il buon lavoro di Andrea Sisti». Cita il motto novese che dice: vivrò rinnovandomi e sostiene che: «Val la pena di capire cosa è stata la città di Novi e cosa potrà essere».
Un intermezzo ancora di di Luca Picollo (Lions Club) per dire che: «La cultura e la conoscenza sono armi poderose per migliorare la nostra società. Questo è lo spirito Lions». E ricorda anche che tempo fa i Lions posero targhe in città per identificare i nomi dei palazzi, questo libro chiude il discorso.
Gli fa seguito l’intervento del Prof Lauro Magnani (Università di Genova). Chiarisce subito che il libro di Daniela Barbieri è focalizzato sulla città di Novi ed il suo territorio. E poi un passo di lato, sulle Fiere di Cambio, ricordando che nell’Europa del Seicento, le fiere di cambio, come quelle di Piacenza e Novi Ligure, scandivano il calendario della finanza con ritmo costante. Erano il fulcro del mercato creditizio continentale.
Dice il prof. Magnani che il testo del volume vive molto sui documenti e sugli archivi. Definisce le facciate affrescate dell’epoca come i display coi quali i nobili si mostravano verso l’esterno.
E però, si prolunga molto a parlare di Genova ed il mare.
Sottolinea l’importanza della via lungo la Bocchetta da e per Genova. Con l’idea che ci sia un entroterra dietro le spalle.
Citando il sottotitolo del libro snocciola i nomi di alcuni dei palazzi. Parlando del libro ne elogia l’aspetto grafico, presentandosi con una splendida veste editoriale. Definisce il libro come un atlante sui palazzi di Novi. Contiene una schedatura ricca dei palazzi della città.
Infine, l’intervento dell’autrice, Daniela Barbieri. Dice: «Il libro merita una serie di ringraziamenti. Lo spunto di ricerca è del prof Lauro Magnani, che mi ha preceduta. Altro ringraziamento verso i Lions per le risorse. Grazie al Comune di Novi Ligure che ci ospita e ha supportato in questo lavoro. Il Comune possiede due palazzi, tra cui Centurione Pallavicini, sede comunale dal 1798. L’altro palazzo e quello in piazza della Collegiata. Va evidenziata la qualità grafica nel libro grazie alle foto di Marta Casanova. Compresa la copertina relativa la Palazzo Brignole Sale. Un ringraziamento a Rossana (grafica) per le carte del centro storico di Novi. Grazie a Isidoro Parodi per il supporto nelle ricerche».
Alcune chicche:
In fondo al libro ci sono una decina di inventari topografici. I contenuti in ogni stanza.
Questo volume è la prosecuzione di un libro già edito negli anni ottanta.
Palazzo Adorno uno dei palazzi più antichi di Novi, prima fu degli Spinola.
Grazie ai proprietari che hanno consentito l’ingresso nei palazzi.
Grazie al prof Bertoli per i preziosi documenti.
Palazzo Da Franchi Peloso, seicentesco, che è sede di una piccola ma interessante pinacoteca privata che conta opere di scuola genovese, bolognese, veneziana, fìamminga ecc.; su tutte eccelle una tavola fiamminga del ‘400, raffigurante “Tre episodi della vita di S. Pietro”, che qualcuno attribuisce a Rogier van der Weyden. Prima dei Peloso furono dei Pallavicini e degli Spinola.
Conclude Daniela Barbieri: «Grazie a Novi soprattutto dove ho riconosciuto le mie radici, un sistema. Sperando che il libro apra una nuova stagione di ricerche e una tutela partecipata attiva di questi palazzi. I palazzi richiedono attenzione per una tutela attiva dei palazzi».