Ieri mattina si è svolto presso l’Abbazia di San Remigio, che è a Parodi Ligure, un incontro dal titolo “Comunicare l’eccellenza – Il Piemonte Sud Orientale, di frointe alla sfida delle nuove tecnologie, per rilanciare il turismo e l’indotto”.

Premetto che non ci sono andato, quindi non ho partecipato. Alla cieca direi: peccato! Perchè è sempre utile partecipare ed ascoltare facendo propri i concetti ascoltati. Magari confrontandoli con le idee che già abbiamo.

A comunicare l’eccellenza ci siamo messi in tanti. Lo facciamo un po’ tutti, suvvia ammettiamolo, con i social è facile. Ti trovi in qualunque posto, scatti una foto, racconti le tue emozioni e le trasmetti ad altri condividendo o facendo sharing.

Attenti bene, non volevo essere fuorviante, comunicare l’eccellenza è altro. Forse lo fanno bene solo i professionisti della rete con siti ad hoc, mezzi di comunicazione, social media.

Ma quali sono le eccellenze per un territorio?

Da queste parti, nel basso Piemonte, terra di confine, se parliamo di agricoltura ce n’è quanto basta: l’uva, i vigneti, i grandi vini; le fragole; le ciliegie; le pesche; le cipolle dorate, i salumi e potrei andare ancora oltre. Mi aspetto un’osservazione: hai dimenticato qualcosa. Si! Non ho messo i territori, perché se non metto le pesche di Volpedo, non ho dato un’informazione completa; se non metto le ciliegie di Garbagna ho fatto la stessa omissione. Per non parlare dei vini: potrei dire soltanto il TIMORASSO senza legarlo ad un territorio? Vada bene per il GAVI che è il nome di una località, ma anche per identificare un vino.

In molti casi queste eccellenze della terra sono diventate veri e propri brand territoriali. Però vendono il doppio se ti appoggi ad un Outlet di Serravalle Scrivia che è una vetrina che sfonda i territori e va certamente oltre.

E con la storia? I castelli che abbiamo qui non sono eccellenze storiche? Non sono un patrimonio da divulgare per attrarre turismo? Siamo proprio così convinti che li abbiano già visitati tutti da fuori. Il turismo non si stanca, il turismo è perennemente in movimento. E’ vivo!

Il Forte di Gavi ha una storia che si perde nel tempo, eppure va raccontata continuamente e resa attuale, bella è l’idea delle visite teatrali guidate, meno noiose di una spiegazione da ascoltare fino in fondo. E citare il Forte è citarne uno fra tanti.

Idem, lo stesso discorso vale per Libarna della Vicina Serravalle Scrivia; sono bravi coloro che ne promuovono le visite e la conoscenza del luogo, non ultime le più recenti scoperte.

Che dire delle chiese, altro patrimonio religioso e culturale. Quanta storia è contenuta tra quegli edifici? Possiamo qui parlare di turismo prettamente religioso? Oppure la chiesa è uno di quei luoghi in cui entri ogni volta che vai a visitare un paese o una città?

Ecco, comunicare l’eccellenza. Piuttosto, fare rete e non muoversi sparpagliati perché l’eccellenza la sanno comunicare soltanto i professionisti del settore.

1 commento

  1. Bravo Giampaolo: evviva il timorasso e il montebore, ma ricordiamoci che abbiamo anche altro. Dovremmo permettere di degustarli solo dopo aver fatto almeno qualche chilometro lungo i nostri sentieri, itinerari storico-culturali, feste tradizionali… insomma un Walk Pass!

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