Oggi, domenica 28 novembre inizia l’Avvento, un bel momento di preparazione al Natale dove ogni domenica verrà accesa una candela. Ecco cinque cose che ogni cristiano dovrebbe sapere sulla caratteristica corona d’Avvento.

La prima è che la corona di avvento ha un’origine pagana. Prima era solito accendere delle candele durante l’inverno per chiedere al dio sole di tornare con la sua luce e il suo calore. I primi missionari approfittarono di questa tradizione per evangelizzare le persone e insegnarono loro che dovevano approfittare di questa corona d’Avvento come mezzo per aspettare Cristo, celebrare la sua natività e implorarlo di infondere la sua luce nelle loro anime.

La seconda cosa riguarda la sua forma circolare. La sua forma a cerchio è un segno dell’amore di Dio. Il cerchio è una figura geometrica che non ha né inizio né fine. La corona d’Avvento ci ricorda che Dio non ha né un inizio né una fine, quindi riflette la sua unità e la sua eternità.

La terza cosa riguarda il colore verde. I rami verdi rappresentano il Cristo vivente. Il colore verde rappresenta la speranza e la vita. Nella corona d’Avvento il verde ci ricorda che Cristo è vivo in mezzo a noi. Il desiderio più importante deve essere quello di giungere ad una più stretta unione con Dio, nostro Padre, così come con l’albero e i suoi rami.

La quarta caratteristica della corona è che le quattro candele rappresentano ogni domenica di Avvento. Le quattro candele della corona d’Avvento vengono accese settimana per settimana, nelle quattro domeniche di Avvento e con una preghiera speciale. Le candele ci permettono di riflettere sulle tenebre causate dal peccato che acceca l’uomo e lo allontana da Dio. Dio sta dando una speranza di salvezza che illumina l’intero universo, come le candele della Corona.

L’ultima caratteristica è che una delle candele è rosa. La corona d’Avvento ha infatti tre candele viola e una rosa che viene accesa la terza domenica di Avvento. Il colore viola rappresenta lo spirito di veglia, penitenza e sacrificio che dobbiamo avere per prepararci adeguatamente alla venuta di Cristo. Mentre il rosa rappresenta la gioia che proviamo per la vicinanza della nascita del Signore.

Qui di seguito, lo spazio è per qualche riflessione in più sul periodo che inizia a partire da oggi.

Ancora adesso in casa mia

di Benedetta de Vito

Ancora adesso in casa mia, dove sono sposa e madre – e fin da piccolina, quando abitavo dai miei – il venerdì, ogni venerdì di ogni anno, si mangiava di magro: verdure, pesce, pane, formaggio. Il digiuno serviva – e serve – a ricordare il pianto degli uomini per il Cristo, dolente eppure vincente, sulla Croce. Non so quanti più usano far come faccio io, ma il digiuno è così importante che persino gli esorcisti, prima di dedicarsi alla loro opera santa, restano a pancia vuota. E mi direte, va bene, ma che cosa c’entra tutto questo con il tempo di Avvento, cioè di preparazione alla venuta (adventus) del Bambinello Santo di Betlemme, che comincia, oggi domenica 28 dicembre? Che c’entra il mesto digiuno con il Natale allegro, rosso di luci e colori? C’entra, c’entra, perché anche durante l’Avvento, i cattolici, almeno quelli di un tempo, digiunavano nell’attesa del Santo Natale. E il perché, per me (che teologa non sono) è semplice: bisogna far posto, anche fisico, a Gesù Bambino che nasce per noi e dentro di noi. Ed ecco perché la Vigilia si mangia di magro… Digiunando, insomma, si apron le porte al Salvatore!

Eccoci, dunque, nel nuovo anno liturgico, che comincia proprio con l’Avvento, tempo sospeso, di trepida attesa per la nascita di Gesù. Nell’aspettare il nuovo inizio, si accendono le sante candele, che servono a ricordarci che Lui, Lui solamente, è la Luce delle Luci, la Luce del mondo. Ogni domenica (quattro) una candela. A casa dei miei genitori, accendevo io, la più piccola, il lume santo. Oggi, poiché sola in famiglia festeggio, tocca di nuovo a me e la mia candela solitaria, con la sua fiammella delicata e ondeggiante, splende al mattino presto, quando il sole ancora riposa, nella mia piccola cucina affacciata sulla Roma deserta che ancora piange per le tante ferite. Io, la candela e il caffè. Se chiudo gli occhi, il tempo si arrotola come sulla spoletta della mia macchina da cucire, Miss Bernina, ed eccomi fresca sposa e appena mamma. Al mio bambino regalavo la gioia dell’Avvento, accendendo, mentre si preparava per andare a scuola, le canzoni inglesi del Natale, che si chiamano Christmas Carols e che io, cresciuta da signorine inglesi, con loro cantavo da bambina. La luce restava spenta, solo la candela dell’Avvento brillava nel buio, regalando un lucore caldo, avvolgente, che neppure Leo ha mai dimenticato. E anche la madia, la libreria, il tavolo, insieme a noi, parevano se possibile più fermi, attendendo come noi il miracolo…

Seduti sul divano, lui, piccolissimo, e io tornata bimba, cantavamo con i bimbi della musicassetta ed era bello iniziare la giornata nel sapore d’Avvento, sapendo che, giorno dopo giorno, s’avvicinava la santa notte in cui “Israello” scendeva dalle stelle, portando la sua grazia al mondo intero. Poi via ad aprire la finestrella sul calendario (da me tagliato e incollato) che nascondeva sempre, nel cuore, un cioccolatino o una caramella… Ieri era così e oggi è ancora così e così sarà per sempre. Le candele dell’Avvento, così semplici, pulite, pure, spengono le luci del Natale che gli uomini di oggi accendono per una festa, il Natale, che non capiscono più. Scendo di un rigo e concludo a modo mio.

Perché, mi domandavo ogni anno, mi infastidivano il rosso, l’oro, l’argento e le tante lucine degli abeti? Perché non gioia ma uggia mi danno? E d’un tratto, in folgore, ho capito: ma certo, tutte quelle luci lì sono le finte luci che attraggono gli uomini come i lumini notturni le falene. La vera luce, l’unica luce che splende nel mondo, nella notte di Natale, è il Santo Bambino nella grotta nuda. Non c’erano le luci, forse solo candele, quella notte santa, eppure pareva mezzogiorno, come scrive Sant’Alfonso de Liguori nel suo meraviglioso “Quando nascette Ninne” (che è poi diventato Tu scendi dalle stelle…). E allora, a tutti quei pochi che passeranno di qui e leggeranno queste mie poche righe auguro di trascorrere un Natale nudo, sotto il cielo stellato di Betlemme. In compagnia della vera, unica luce del mondo…

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.