La rassegna “Storia e bellezza tra Appennino e pianura”, dedicata al Barocco, giunge al suo ultimo appuntamento con l’incontro di giovedì 19 maggio, alle 21, presso la Sala Conferenze della Casa del Giovane di via Gagliuffi a Novi Ligure. Stavolta sarà ospite e relatrice Silvia Balostro, autrice di numerosi restauri di opere d’arte sacra nei territori delle Diocesi di Genova, Alessandria e Tortona.

Il percorso della serata sarà fatto di “Sguardi d’arte e di storia da Novi Ligure alle Valli Lemme, Borbera e Spinti” proprio dalla città di Novi Ligure, dall’Oratorio della Maddalena nel quale Silvia Balostro ha restaurato due tra le opere più significative lì custodite: il Crocifisso del Compianto (un tempo collocato sulla sommità del Calvario realizzato a fine Cinquecento dal fiammingo Daniel Hucquelier) e la statua lignea di S. Maria Maddalena, opera tanto bella quanto poco conosciuta, realizzata dallo scultore barocco cremonese Giacomo Bertesi, cosa che la rende una delle rare opere di artisti di area lombarda qui, a Novi Ligure.

il Crocifisso del Compianto, un particolare del volto

Il viaggio proseguirà verso Gavi, al Santuario della Madonna della Guardia, nel quale è custodita una statua del XVIII secolo, raffigurante la Vergine Maria, che il restauro di Silvia Balostro, le ricerche d’archivio di Angelo Allegro e Rosa Maria Dameri e il parere di alcuni esperti hanno permesso di attribuire allo scultore ovadese Luigi Fasce, ultimo rappresentante della scuola barocca genovese e del quale conserviamo, a Novi Ligure, diverse opere tra le quali le statue della Cappella del SS. Crocifisso nella Chiesa Parrocchiale di S. Pietro, realizzata a metà del XVIII secolo per dare degna collocazione ad un antico crocifisso ligneo sul quale lo stesso Luigi Fasce intervenne “adattandolo” allo stile e al gusto in voga all’epoca in cui lui visse e operò.

Concludendo, una carrellata di opere d’arte provenienti dalle chiese delle Valli Lemme, Borbera e Spinti, alcune poco conosciute, come il Crocifisso della Chiesa di S. Nicolò di Sottovalle (oggi frazione di Arquata Scrivia e anticamente territorio della città di Gavi), altre custodite nel “Museo Diocesano di Arte Sacra delle Valli Borbera e Spinti” ospitato nel Palazzo Spinola di Rocchetta Ligure (collezione d’arte facente capo al Museo Diocesano di Tortona): un invito, questo, a cercare, più con il cuore che con gli occhi, ciò che di bello possono offrire le chiese di un territorio come il nostro, disteso tra Appennino e pianure e percorso da vie che per secoli hanno seguito tracciati, disegnati tra monti e valli, che le ferrovie e le autostrade dei giorni d’oggi hanno ridotto a strade poco frequentate.

Crocifisso della Chiesa di S. Nicolò di Sottovalle (oggi frazione di Arquata Scrivia e anticamente territorio della città di Gavi)

Terminato questo “trittico barocco”, gli incontri proseguiranno il 9 giugno con Simona Nina Borgia, che ci racconterà dell’uso dei fiori nell’arte come veicoli di messaggi simbolici, e il 16 giugno con Letizia Defranchi, che farà comprendere il legame tra il movimento artistico del Futurismo e alcuni aspetti del nostro attuale modo di vivere.

Non serve prenotazione, occorre indossare la mascherina.

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