Il 1° luglio 2019, proprio qui su Storie di Territori, pubblicavo qualche riga in omaggio al primo Consiglio Comunale a Novi Ligure dopo la tornata elettorale che aveva visto il cambio degli Amministratori Locali, dal centro-sinistra al centro-destra, con l’elezione del nuovo Sindaco, Gian Paolo Cabella.
Questo fu il post: Il primo Consiglio Comunale a Novi Ligure | Storie di Territori
Ma guarda un po’ la coincidenza di date, proprio oggi, a distanza di anni tre, ecco che cosa scrive il Sindaco, Gian Paolo Cabella, dalla sua pagina Facebook:
Buongiorno cari Novesi, mi rivolgo a voi ormai come Sindaco uscente della Città, dopo le dimissioni dei 9 membri del Consiglio comunale. Queste causeranno il commissariamento di Novi, commissariamento che io non ho mai voluto e che ho cercato di evitare a tutti i costi, nonostante le pressioni per farmi dimettere. Il mio compito verso Novi, però, mi ha fatto lottare fino all’ultimo per essa, ma evidentemente per i 9 Consiglieri dell’opposizione questo non è bastato, e hanno preferito consegnare la Città a un commissario esterno. Lo scoglio è stato proprio il bilancio e la sua approvazione. Non vi nascondo che, dopo la fuoriuscita dalla maggioranza di Marco Bertoli e la creazione, assieme a Cristina Sabbadin e Francesco Bonvini, del gruppo consiliare Solo Novi, il nostro lavoro è stato molto più difficoltoso. A maggior ragione dopo che Solo Novi è passata ufficialmente all’opposizione, tradendo il proprio elettorato e tutti i cittadini che li avevano votati come membri della Lega. I cinque emendamenti presentati dall’opposizione al Documento Unico di Programmazione erano veramente irricevibili, e avrebbero modificato in maniera sensibile la nostra linea politica, che abbiamo sempre mantenuto e con la quale ci siamo presentati alle elezioni. Durante l’ultimo Consiglio comunale abbiamo quindi deciso di abbandonare la seduta proprio per evitare discussioni che avrebbero portato ad approvare un bilancio a immagine e somiglianza dell’opposizione. Non solo, un bilancio redatto dall’allora dirigente finanziario che presenta elevate criticità di natura tecnica, e che noi volevamo modificare al meglio proprio grazie alla proroga ottenuta, così da farlo approvare entro il 30 luglio anche con la presenza delle opposizioni. Questo però non ci è stato concesso. Inutile barricarsi dietro una supposta indisponibilità al dialogo della Giunta, perché il calcolo politico dell’opposizione era chiaro: far passare la propria linea soprattutto grazie ai numeri ormai preponderanti dopo il passaggio di Solo Novi. La nostra volontà non è mai stata quella di abbandonare, anzi, volevamo approvare il bilancio per Novi e non doverla vedere commissariata. Questa è una netta volontà di Solo Novi, che ha totalmente tradito le promesse fatte ai propri elettori (e di riflesso poi alla buona amministrazione della Città); e anche la volontà della restante opposizione, che ha preferito far commissariare Novi invece di considerare un bilancio più consono e redatto in maniera giusta e corretta. Sono decisamente rammaricato per l’accaduto, non volevamo e non pensavamo si arrivasse a questo punto, perché il bene dei Novesi è sempre stato per noi centrale, anche in questa occasione. Il nostro pensiero non è stato volutamente capito e si è scelta la via più dura per tutti, scelta che l’opposizione ha fatto in maniera compatta e decisa, preferendo un Commissario tecnico e le elezioni anticipate invece di vedere amministrata la propria città da una parte politica, per la prima volta, diversa.
Ancora una volta, dato che non è mia priorità scrivere qui di politica, ma di certo quanto sopra inciderà sulla Storia del Territorio di Novi Ligure; quindi mi par giusto darne evidenza. E le cronache con i perché ed i percome le troverete in pasto ai giornali ed ai siti che se ne occupano per mestiere.
Una parola soltanto: quando salta il banco, così come è accaduto e sta accadendo fino al culminare della data odierna, a distanza di due anni dalla scadenza naturale delle Elezioni Amministrative, a rimetterci ancor di più è la città. Per immagine e perché – inesorabilmente – si ferma la macchina amministrativa. Beninteso, non quella degli uffici, che un certificato non si nega mai a nessuno.