Domenica scorsa si è celebrata al paese di Basaluzzo la festa patronale di San Gioacchino. Gian Luca Motta, basaluzzese, ha pensato bene di raccogliere un po’ di ricordi di come veniva festeggiato San Gioacchino almeno 50 anni fa.

Per prima cosa la data era diversa: veniva, infatti, festeggiato la terza domenica di agosto quando i lavori in campagna permettevano qualche giorno di riposo. L’atmosfera era quella di qualche giorno da trascorrere in modo diverso.

Tutte le famiglie avevano ospiti, i parenti venivano da fuori a pranzo ed era l’occasione per una buona mangiata ed una buona bevuta.

Qualche giorno prima arrivavano le giostre che venivano posizionate sul piazzale dell’oratorio, mentre alla domenica comparivano le bancarelle che vendevano caramelle e dolciumi.

Al mattino la messa solenne e poi al pomeriggio la processione con la banda, le autorità e le squadre degli uomini che si contendevano il privilegio di portare a spalla la pesante e grossa statua del Santo Patrono.

Poi la partita a tamburello e alla sera il ballo a palchetto in piazza.

Si proseguiva il lunedì con la tradizionale merenda per tutti alla “fontana degli Orzi”. I festeggiamenti si chiudevano il martedì quando la piazza veniva riempita di banchi per la tradizionale fiera e con la gara ciclistica spesso animata da corridori locali. Ancora un ultimo ballo e poi tutti tornavano alla quotidianità.

Questo il racconto di Gian Luca Motta, basaluzzese, che ama fare ricerche nel passato del paese dove vive e ne racconta episodi qua e là

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