Ho letto un bel tweet pubblicato da @parcoantola a proposito del Santuario di Montebruno, uno dei monumenti storico-artistici più significativi della Val Trebbia. Sede della parrocchia di Santa Maria Assunta del vicariato del Genovesato, della diocesi di Tortona. Ho cercato quindi maggiori informazioni storiche.

Il santuario, che ricorda l’apparizione della Vergine al pastorello sordomuto il 14 luglio 1478, è situato in via Santuario, lungo la strada provinciale 56. La chiesa è anche sede della parrocchia di Santa Maria Assunta del vicariato del Genovesato, della diocesi di Tortona.

L’apparizione della Madonna

Secondo la tradizione locale sul luogo dove oggi sorge il santuario vi fu, nel 1478, una miracolosa apparizione della Vergine Maria. Il racconto popolare asserisce che la Madonna apparve ad un pastorello muto che, alla vista della Signora, riacquistò miracolosamente la parola per poi annunciare alla popolazione di Montebruno il lieto evento. Gli abitanti accorsi sul luogo dell’evento ritrovarono sul tronco di un albero di faggio una statua in legno raffigurante la Madonna di Montebruno; oggi l’effigie mariana, che si ritiene di origine bizantina risalente al XII secolo, è collocata sull’altare maggiore.

La storia del Santuario di Nostra Signora di Montebruno

Fu eretto nel 1486, per volere di Gian Luigi Fieschi “il Grande”, che donò il terreno per costruire la chiesa ed il convento al frate agostiniano beato Battista Poggi, fondatore della casa madre della congregazione agostiniana del convento della Consolazione di Genova, e in epoca barocca ci furono ampliamenti e interventi decorativi.

La facciata fu ricostruita in stile neoclassico nel 1897. Dentro la chiesa si possono ammirare l’antico Crocifisso in legno, risalente al 1600. Poi, la tela secentesca di Scuola ligure, e la tela di Agostino Ratti del 1750. Infine, il confessionale sempre di origine seicentesca.

Il refettorio con l’affresco dell’Ultima Cena

Nella sinistra l’affresco riporta la vicenda del fatto prodigioso che ha portata alla nascita del santuario. Vale a dire, la miracolosa apparizione della Vergine a un pastorello sordomuto, che riacquistò la parola dopo la visita della Vergine, annunciando a tutta la popolazione di Montebruno quanto accaduto.

La sala del refettorio, situata nel Convento degli Agostiniani, in cui è posto anche l’affresco cinquecentesco dell’Ultima Cena, è stata in seguito trasformata in cappella. Ancora oggi non si conosce l’autore dell’affresco, e alcune ipotesi avanzano persino un collegamento con Leonardo da Vinci. Per alcune similitudini, presenti nel dipinto, con nientemeno che la ben nota Ultima Cena. Sempre nella sala del refettorio è posto anche un secondo affresco, che ritrae la Vita di sant’Agostino.

La Madonna lignea di origine orientale, e le mostre permanenti

La Madonna lignea venerata dai fedeli invece, iene custodita nell’ancona di marmi policromi sull’altare maggiore, è forse di origine orientale. Nel santuario vi sono anche numerosi ex voto. Tra questi, si rilevano anche frammenti di gomene delle galere di Andrea Doria.

Infine, nel chiostro inferiore del convento è allestita una mostra fotografica permanente dedicate ai luoghi di culto della val Trebbia. Mentre al piano superiore è ospitato il Museo del Sacro e il Museo Contadino dell’Alta Val Trebbia.

Autore del testo Giovanni Bernardi

Info tratte dal sito www.santuaritaliani.it

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