Sabato 15 ottobre, durante il Mercato biologico di Volpedo si è tenuta la presentazione, quindi l’atto di battesimo per un innovativo prodotto del territorio: l’unica birra biologica alle pesche di Volpedo, nata dalla collaborazione fra il birrificio contadino Cascina Motta e l’azienda volpedese Campobio.

L’apertura è toccata alla sindaca di Volpedo, Elisa Giardini, contenta di salutare nell’occasione in cui nasce un prodotto nuovo dal territorio locale, quindi il Comune di Volpedo ha voluto patrocinarlo, ringraziando Marco Malaspina ed i suoi collaboratori di Cascina Motta per aver voluto omaggiare con la birra la storia di Volpedo.

Quindi il direttore dei Musei Pellizza, Pierluigi Pernigotti, che ha citato la storia della pesca di Volpedo, definendola molto interessante. In poche parole, la storia della pesca di Volpedo inizia cent’anni fa; ai tempi di Pellizza il paesaggio agrario era completamente differente in questa zona, non c’erano i frutteti così diffusi come sono ad oggi. Volpedo aveva l’uva da tavola, da vino, un po’ di frutta, ma assolutamente non il pesco che era coltivato in modo molto marginale. Tra fine ‘800 e inizio ‘900 c’è l’invasione della fillossera, un parassita che porta un gravissimo danno a tutti i vigneti e per anni, per decenni non si riuscì a trovare un rimedio; quindi tutti i vigneti vengono espiantati senza una soluzione alternativa. L’uso della denominazione Pesca di Volpedo del quale si ha documentazione probante, risale agli inizi del ‘900 nei comuni di Volpedo e Monleale.
La pesca si sviluppò intorno al 1920 a Volpeglino, un piccolo comune del territorio, grazie a una felice intuizione del Cav. Guidobono che propose un’alternativa alla viticoltura dopo che la fillossera aveva distrutto, negli anni Venti, gran parte della viticoltura locale.
Venne introdotta quindi la coltura del pesco varietà Waddel o Guidobono, Hale, Elberta , Amsden.
La coltivazione del pesco viene sviluppata negli anni compresi tra il 1925 e il 1930 anche nei paesi limitrofi al comune di Volpeglino estendendosi oltre alle pendici delle colline per merito del Podestà di Volpedo che si accorge di come la pianura ghiaiosa sia poco adatta per la coltivazione di grano ed erba e attiva la ricerca di una pianta che sia appropriata per le caratteristiche del territorio. Nel 1935 pensò all’istituzione di un mercato costruito nel 1936 e di controllarlo mediante la pubblicazione di un regolamento che venne ripreso negli anni successivi per la gestione del mercato stesso.
Contemporaneamente a Volpedo si costituiva l’Associazione Frutticoltori che aveva funzioni promozionali e formative per gli agricoltori diventando operativa il giorno di mercato per la commercializzazione delle pesche.

Lo svelamento della nuova birra

Si torna alla birra, all’idea assai originale, quel che definirei l’atto di battesimo. Un connubio fra il birrificio contadino Cascina Motta e l’azienda volpedese Campobio. L’idea di Marco Malaspina (Cascina Motta) di fare un prodotto con la birra, in maniera elegante, una birra che – se fosse vino – sarebbe un bianco elegante; una birra leggera, che va bene per il pesce, per il dolce. L’intento è di dare valore alle pesche e alla birra. Ed ecco lo svelamento del prodotto, col relativo nome: VOLPESCA

La birra VOLPESCA

Il presidente della Strada del Sale, Claudio Gnoli esprime la soddisfazione di questa collaborazione tra aziende del mercato. Non è stato uno studio di marketing, ma semplicemente una conoscenza tra persone, amici. Piace constatare che c’è un certo ambiente collaborativo, quindi ecco l’idea. Uno produce pesche biologiche, l’altro la birra bio, così è nata la collaborazione.

Si chiude con la presentazione, si apre con la musica legata al territorio, la musica tradizionale delle Quattro Province con Andrea Ferraresi (piffero) e Andrea Capezzuoli (organetto e musa).

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