Ho l’abitudine – quando possibile – di andare alla messa domenicale. Chiamatela Fede, chiamatela come volete. Io l’ho già definita un’abitudine. E qui aggiungo che la funzione domenicale o la subisci da cima a fondo o la partecipi e cerchi qualche motivo di riflessione, cerchi un insegnamento da portare a casa. Le chiese sono Territori di Fede, dove cerchi di imparare per poi mettere in pratica
Quando varchi la porta di una chiesa ascolti lo stesso testo sacro ovunque, ma il suo racconto, la sua interpretazione cambia, a seconda del celebrante. Oggi ho scelto volutamente di andare ad ascoltare laddove sapevo che sarebbe stato un po’ diverso. Per cercare di portare a casa qualche motivo di riflessione. Ed allora ecco che il celebrante ha detto più o meno queste parole:
La gente oggi non ha voglia di ascoltare. La prima lettura scandalizza, è tratta dal libro dell'Èsodo . Se la gente invece della bibbia leggesse un romanzo ed in fondo si pronunciasse “parola di Dio” nessuno se ne accorgerebbe. Siamo pronti ad ingoiare tutto. La fede viene onorata, ma la testa non c'è! Seconda lettura. Valgono le parole: “insisti al momento opportuno e non opportuno, ammonisci, rimprovera, esorta con ogni magnanimità e insegnamento”. Nei Vangeli la parola miracolo non esiste. Nel vangelo di oggi si dice di “una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai” . Pregare sempre. Prega per non incattivirti. Ed il finale è incerto e dubbioso: “Ma quando tornerà il Figlio dell'uomo troverà ancora la fede?”
La preghiera rivolta a Dio è perché io capisca i diritti dei miei fratelli. Il vangelo di Luca va contestualizzato. I nostri vescovi ti sbandierano la verità in modo alterato. Ognuno cerca di starsene nel suo brodo. I vescovi non hanno messo in pratica la sinodalità del Papa. Il mondo cristiano è tipicamente individuale. Io la fede la combatto dentro di me. Le scritture servono per istruire, correggere ed educare alla giustizia. Dio non interviene come vorremmo noi. Purtroppo i preti non sono capaci di educare...
